La retromarcia di Air Italy spaventa i sindacati: lettera a Di Maio

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MALPENSA – L’improvviso dietrofront di Air Italy, a seguito di un’espansione altrettanto veloce, preoccupa i lavoratori e di conseguenza i sindacati. Che, a fronte di mancate spiegazioni circa gli ultimi sviluppi da parte dei vertici aziendali, hanno chiesto un immediato incontro con il ministro Di Maio.

Preouccpazione per i lavoratori

«Gli accadimenti delle ultime settimane mettono in forte discussione le possibilità di rilancio della compagnia e quindi delle prospettive occupazionali annunciate l’anno scorso durante la presentazione del piano industriale» hanno scritto le segreterie generali di Cgil, Cisl, Uil e Ugl. Che, nel ricordare che proprio lo scorso anno i rappresentanti del governo si erano impegnati a convocare tavoli periodici proprio per monitorare l’evoluzione dell’azienda, lanciano un grido d’allarme. Sia relativamente alla «perdita di continuità territoriale di Air Italy,  in favore di altra compagnia, evento che lascia temere fortemente per l’occupazione e lo sviluppo del territorio sulla base di Olbia» che rispetto alla recente chiusura di una serie di rotte appena aperte. Nei giorni scorsi infatti è stata annunciata la cancellazione dei voli diretti da Malpensa verso Mumbai e Delhi insieme allo slittamento del Malpensa-Chicago. Tutto ciò «contribuisce a far aumentare la preoccupazione sul futuro occupazionale dei lavoratori di Air Italy e di tutto l’indotto, se a tutto ciò si aggiungono le criticità contrattuali e gestionali mai risolte dalla compagnia».

Mancata trasparenza aziendale

I sindacati lamentano oltretutto una limitata presenza dei manager di Air Italy ai tavoli sindacali: non sono arrivate «spiegazioni adeguate riguardo quello che sta accadendo, atto di irresponsabilità e di mancanza di rispetto verso i lavoratori e le lavoratrici e per il sindacato stesso». Per questo si rende ancora più urgente un incontro di aggiornamento sia con la dirigenza aziendale che con il ministro Di Maio, poiché quanto accaduto non «può essere considerato un fatto isolato e senza ripercussione sulle strategie dell’azienda».

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