La ricetta di Deloitte per il turismo post-Covid: «Viaggi personalizzati e sostenibili»

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MILANO – Voli annullati, viaggi cancellati, hotel in crisi. Il turismo è stato certamente uno dei settori più colpiti dalla pandemia da coronavirus. Nonostante il futuro incerto la Deloitte di Milano sta pensando a come ripartire e la sua “ricetta” si basa su ingredienti semplici, ma rivoluzionari: «Abbiamo bisogno di risorse per sostenere le realtà innovative, che coniughino digitale e fisico, nonché pubblico e privato. Perché il futuro del turismo saranno i viaggi personalizzati e sostenibili», svela Andrea Poggi, Innovation Leader di Deloitte North South Europe.

Cosa dicono i dati

Innovazione, coesistenza digitale-fisico, iper-personalizzazione, rafforzamento dei rapporti tra pubblico e privato, spinta allo slow tourism. Sono queste le priorità per far ripartire il mondo del turismo secondo Poggi, che ha commentato i dati relativi a uno dei settori più colpiti dalla pandemia dopo aver inviato una lettera al presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, per chiedere misure a sostegno di un comparto che rappresenta la prima industria italiana.

Visitatori in calo del 46%

«Il turismo – esordisce Poggi –  nel corso dell’anno ha risposto comunque con una capacità imprenditoriale singolare, cercando di intercettare e interpretare i nuovi trend del 2020 nati come risposta alle difficoltà emerse dalla pandemia, iniziando a offrire prime soluzioni innovative e tecnologiche capaci di rispettare le restrizioni governative». In Italia nel 2020 i visitatori sono diminuiti del 46% rispetto al 2019, per un totale di 53 milioni di viaggiatori in meno sul nostro territorio. E le prospettive per il periodo natalizio e di fine anno sono poco incoraggianti, considerando anche la brusca frenata dei viaggiatori dall’estero e degli spostamenti tra regioni.

Ma le soluzioni ci sono

Ciononostante, grazie all’innovazione, il mondo della cultura e del turismo non si sono fermati nemmeno durante il lockdown totale, ma hanno assistito alla nascita di numerose iniziative digitali. Secondo Poggi, però, il futuro non sarò completamente online, «il denominatore comune delle nuove proposte di valore è la coesistenza di digitale e fisico, dove il digitale potenzia o abilita la parte esperienziale». Da una ricerca esclusiva Deloitte svolta in Italia è infatti emerso che solo il 13% degli intervistati dichiara di preferire la fruizione di servizi in modalità totalmente digitale per musei, cinema, spettacoli teatrali, mentre il 44% del campione è favorevole a un modello ibrido.

Innovazione rilancia il turismo

«Le tecnologie dovranno rispondere alle esigenze dell’uomo, ponendolo al centro di nuove proposte di valore. L’innovazione è la stella polare per il rilancio del turismo, attraverso investimenti in un ecosistema tutto italiano, fatto di startup, Pmi e nuove soluzioni. Il Next Generation Fund costituisce un’opportunità senza precedenti per invertire la rotta e stimolare il turismo, partendo dai pilastri di innovazione e sostenibilità: l’Italia, patria del turismo eccellente, ha tutte le carte in regola per farlo con successo e proporsi come leader di un rinnovato turismo negli scenari europei e globali».

Viaggi personalizzati

Ecco quindi che aumenta la richiesta per un turismo più personalizzato e meno massificato, basti pensare alle cosiddette “staycation”, con nuove piattaforme tecnologiche come ByHours che permettono di prenotare micro-stay di pochi giorni o ore per meeting di lavoro o per godersi la propria città da turista. «L’innovazione permette anche di rispondere a utenti sempre più esigenti e attenti all’esperienza in tutte le fasi del “tourist journey”, senza dimenticarsi dell’ambiente circostante».

Ecco quindi l’obiettivo del turismo italiano secondo Deloitte: un turismo personalizzabile, innovativo, sostenibile e accessibile a tutti. «Se dunque in una prima fase ci si è occupati di rispondere a una esigenza immediata e recuperare quanto perso a causa delle chiusure, mantenendo una connessione con i turisti e i visitatori, ora è tempo di ripensare il turismo italiano in chiave di innovazione e sostenibilità agendo con un piano strutturato che faccia leva sul Next Gen EU», prosegue Poggi.

Come fare 

Che propone quindi tre azioni specifiche: puntare sul rafforzamento dei rapporti tra pubblico e privato, far sì che il Governo supporti l’imprenditorialità innovativa privata tramite il rafforzamento del patrimonio culturale e territoriale e portare avanti un piano di sostenibilità e di valorizzazione di luoghi meno conosciuti, perfetti sostituti delle mete di massa, per sostenere lo Slow Tourism, le comunità e le culture locali.

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