La Sinistra legnanese: «Sparito il progetto della biblioteca nel parco in centro»

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LEGNANO – Che fine ha fatto il progetto della nuova biblioteca di Legnano nel Parco Falcone e Borsellino (nella foto)? Se lo chiede oggi, mercoledì 12 agosto, la Sinistra-Legnano in Comune, che candida a sindaco Lucia Bertolini. «Il progetto tanto pervicacemente perseguito dalla giunta Fratus prima del suo naufragio giudiziario – rileva la Sinistra legnanese – si è perso nei meandri della campagna elettorale. Un progetto voluto ad ogni costo nonostante le tante voci critiche verso un’edificazione che andrebbe a sacrificare un’area verde da poco recuperata in centro città e ignorando ogni soluzione alternativa, come la riqualificazione a questo scopo di edifici già esistenti e inutilizzati. Tanto da procedere spedita all’affidamento della progettazione ad uno studio di architetti parigino, impegnando qualche centinaio di migliaia di euro».

«Meglio così, ma ci è costato 300.000 euro»

Con sottinteso riferimento alla candidata del centrodestra, Carolina Toia, la lista che sostiene Bertolini osserva come «ora che anche l’aspirante erede di Fratus dichiara che intende “contestualizzare maggiormente tale progetto” e “vagliare nuovi percorsi progettuali”, e che i 5 milioni previsti possono essere spesi meglio, oplà, il progetto tanto caro alla vecchia giunta viene addirittura secretato dalla commissaria straordinaria “per non influenzare il voto amministrativo di settembre”: quale pericoloso mistero si nasconderà mai in quelle carte che sembrano non interessare più a nessuno? Che il progetto sia stato abbandonato, se non abbiamo capito male, anche dai suoi padrini, non ci dispiace, salvo il rammarico per quei 300.000 euro dei cittadini legnanesi gettati al vento, anzi volati in Francia».

«La nuova sede? Nell’ex Manifattura»

Infine, una proposta. «La nuova biblioteca la vedremmo bene in un più ampio polo culturale negli edifici della ex Manifattura di Legnano recuperati ad uso pubblico, preservando nel contempo uno dei pochi insediamenti industriali storici non ancora rasi al suolo a beneficio del solito mix residenziale-commerciale. Quello che ci indigna è il metodo: prima, durante e dopo. Perché per noi la trasparenza non è un optional, i cittadini non sono sudditi né minus habentes e il loro voto non può mai essere considerato una cambiale in bianco».

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