La terribile offesa di Putin e il mondo che verrà

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di Luigi Patrini

Mi è piaciuto molto quel che Francesco ha detto qualche domenica fa commentando l’invito di Gesù ad amare i nostri nemici e a fare del bene a chi ci odia (Lc.6, 27). L’invito a “porgere l’altra guancia”, come ha precisato il Papa, “ non significa subire in silenzio, cedere all’ingiustizia”. In sostanza: bisogna essere miti e saper perdonare, ma davanti a chi ci fa del male, non si deve tacere, ma chiedere conto del male ricevuto, denunciando ciò che è ingiusto.

Ci ho riflettuto e ho pensato a vari tipi di offese che ci vengono fatte. Ci sono quelle del recente Festival di Sanremo, che da anni solleva qualche polemica: l’anno scorso suscitò reazioni l’intervento di Benigni, quest’anno soprattutto quello di Achille Lauro, che si è autobattezzato in un contesto di dissacrante paraliturgia, provocando la reazione di molti cattolici. I presentatori se l’aspettavano, visto che lo stesso Fiorello, tirando in ballo la Santa Sede, si è chiesto quale voto avrebbe dato l’Osservatore Romano.

Poi c’è l’offesa terribile di Putin, che ha detto bugie gravi, ingannando gli interlocutori, ed ha poi attaccato proditoriamente l’Ucraina in modo terribile, facendo uccidere civili e militari, bambini, donne, vecchi indifesi: davanti alla pervicacia con cui si è mosso Putin contro l’Ucraina – mi chiedo – come ci si deve comportare? Credo che non ci sia una regola generale, ma che sia opportuno valutare di volta in volta, avendo presente che, comunque, c’è un duplice obiettivo: che chi ha fatto l’offesa si renda conto di averti offeso, e impedire con forza a chi sta compiendo azioni gravissime di continuare a farle impunemente.

Avendo chiaro, comunque, che chi offende certamente “ferisce” e il giudizio ultimo spetta a Dio. Prendiamo l’esempio di Sanremo. In generale il mondo cattolico ha reagito con sottile e garbata ironia: il direttore del quotidiano del Papa ha osservato che “Non c’è stato nella storia nessun messaggio più trasgressivo del Vangelo” e, ricordando che difficilmente si potrà dimenticare “ la recita del Padre Nostro, in ginocchio, di un grande artista rock come David Bowie”, ha concluso – con aperta ironia – con un “non ci sono più i trasgressori di una volta”. Non privo di ironia anche il messaggio del Vescovo di Sanremo, Mons. Antonio Suetta, che ha sottolineato come sia ormai abituale che, a fronte di una “ drammatica povertà artistica”, si ricorra a questi “mezzi di fortuna” per dare spazio mediatico a personaggi ed eventi. A indurlo ad intervenire è stata la necessità che, come pastore, lo ha spinto a “dare voce a tante persone credenti, umili e buone, offese nei valori più cari per protestare contro attacchi continui e ignobili alla fede”. Questa osservazione mi pare preziosa, non solo perché induce a riflettere sull’uso sconsiderato che viene fatto del denaro pubblico anche da un Ente di Stato, al quale i cittadini sono costretti a pagare un canone per legge, ma perché richiama tutti, soprattutto coloro che gestiscono i mass media, a rispettare le convinzioni etiche e spirituali di tutti i cittadini.

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Luigi Patrini

La saggezza popolare ha codificato questa necessità in un proverbio spesso dimenticato, che ha in sé una saggezza profonda: “Scherza coi fanti e lascia stare i santi”. Quando si scherza con i Santi è sempre facile offendere qualcuno. Certo l’ignoranza salverà molti: anche Gesù sulla Croce perdonò coloro che lo stavano uccidendo, perché …non sapevano quello che facevano! Non credo sia il caso di fare crociate contro la Rai, ma qualche lettera ai responsabili andrebbe pur scritta da parte di cittadini che si sentissero offesi. Sono convinto che l’ironia sia il modo migliore per rispondere a chi ci offende; mi rimane il dubbio: ma non è possibile fare una cosa bella senza offendere contestualmente qualcuno? Le cose belle rallegrano tutti; fra qualche anno si parlerà ancora di Cristo (che di cose belle ne ha fatte tante!), ma di un certo Achille Lauro si parlerà ancora? Già oggi alla maggior parte degli Italiani miei coetanei questo nome, più che un cantante, evoca un discusso personaggio politico che fu Sindaco di Napoli e Deputato nel secolo scorso: scommetto che fra qualche anno sarà ancora così.

Certo per le “offese” di Putin l’ironia non basta: occorre reagire con fermezza. Già Putin si sta punendo da solo, perché non si sta facendo certo amare dal suo stesso popolo, oltre che dagli Ucraini e dagli altri Europei. Grazie a lui l’Ucraina e l’Europa vede riattivarsi processi che suscitano speranza per le forze vive che stanno risvegliando: purtroppo il “parto” di questo nuovo mondo è preceduto da un travaglio doloroso, come già avvertiva, tanti secoli fa, San Paolo scrivendo ai cristiani di Roma (Rm 8, 18-25) Probabilmente il suo “regno” sta per finire: purtroppo Putin e il suo giro di “oligarchi autocrati” sono il frutto avvelenato di un regime che ha violentato per decenni il popolo Russo e di tanti Paesi, fino a quando un uomo “venuto da un Paese lontano” ha “riscaldato” la Storia provocandone lo scioglimento come neve al sole.​

Quell’ uomo conosceva bene il regime sovietico, ne aveva capito la menzogna di fondo: gli bastò tornare una volta in Polonia – da dove proveniva – per far scattare quel grande movimento di rivolta pacifica che fu Solidarność (“Solidarietà”), che trovò il proprio leader in uno sconosciuto elettricista di nome Lech Wałęsa .. Era il 2 giugno 1979: da allora la storia si è rimessa in moto. Quel movimento iniziato in Polonia inizia a serpeggiare anche nella terra dominata da Putin e ne vedremo presto gli effetti Fu allora che cominciarono a sgretolarsi il Muro di Berlino (1989) e, subito dopo, l’URSS e il suo impero. Da allora si può capire che la storia la fanno gli uomini, ma il Regista è un Altro! Giovanni Paolo II, lo scrisse profeticamente nella sua memorabile enciclica Centesimus annus (1991): “ Gli avvenimenti dell’‘89 si sono svolti prevalentemente nei Paesi dell’Europa orientale e centrale; tuttavia, hanno un’importanza universale, poiché ne discendono conseguenze positive e negative che interessano tutta la famiglia umana. Tali conseguenze non hanno un carattere meccanico o fatalistico, ma sono piuttosto occasioni offerte alla libertà umana per collaborare col disegno misericordioso di Dio che agisce nella storia” (26). Già! Ora forse si comincia a capire anche quel che ha detto in questi giorni Papa Francesco: “il cambiamento del mondo comincia dalla conversione di ciascuno”.Questa è la grande sfida del nostro tempo: rispondervi positivamente è l’unico modo per rendere meno doloroso il travaglio del parto di quel mondo nuovo che tutti aspettiamo.

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