Lara Comi davanti al gip: «Non ho commesso reati». Zingale non risponde

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MILANO – E’durato cinque ore l’interrogatorio di Lara Comi, sentita oggi 18 novembre davanti al gip Raffaella Mascarino nell’ambito dell’inchiesta “Mensa dei poveri”. «La Comi non si riconosce nella rappresentazione che le è stata fatta di soggetto che non ha rispetto delle regole, ha risposto a tutto, è convinta di non avere commesso nessun reato», ha detto all’uscita il suo legale Giampiero Biancolella. L’ex eurodeputata di Saronno, ex coordinatrice di Forza Italia in provincia di Varese, è agli arresti domiciliari dallo scorso giovedì. E’ indagata per corruzione e finanziamento illecito nell’ambito della maxi indagine sul presunto sistema di tangenti orchestrato da Nino Caianiello, al vertice del partito in provincia negli ultimi vent’anni.

E’un processo complesso

Comi è entrata sorridente questa mattina a Palazzo di giustizia ed è uscita dopo cinque ore. Davanti al gip, ha spiegato il suo avvocato, «ha cercato di difendersi documentando, argomentando, spiegando. Siamo convinti che ci siano tutti gli estremi per revocare la misura cautelare ma anche per una declaratoria di insussistenza degli elementi accusatori. E’ ovvio che è un processo complesso, agiremo nel migliore dei modi». Ancora Biancolella: «Utilizzando anche atti che erano stati acquisiti dalla procura ma che non sono stati presi in alcuna considerazione, alcuni documenti ci consentono di affermare che a nostro avviso i reati contestati non sussistono».

Chiedete a Caianiello perché la accusa

Il legale, dopo l’interrogatorio, ha parlato anche di Caianiello e dei suoi rapporti con la Comi: «Dovete chiederlo direttamente a lui come mai abbia accusato Lara Comi. Anche il pm se l’è chiesto, ma questa è una ipotesi che non spetta a me fare». Biancolella ha specificato inoltre che, allo stato attuale, non ha chiesto per l’ex europarlamentare la revoca dei domiciliari: «Abbiamo ancora tempo per decidere e valutare se chiederla direttamente al giudice».

Zingale non risponde

Poco prima di Comi, davanti al gip era il turno di Giuseppe Zingale. L’ex direttore di Afol – in carcere da giovedì – si è però avvalso della facoltà di non rispondere a causa di problemi di salute. Sostiene che è molto provato dalla situazione. Il suo avvocato Francesca Cramis ha presentato alcuni documenti al gip e ha chiesto la revoca della misura cautelare. In subordine ha proposto la concessione dei domiciliari.

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