Lavoro e pandemia, nel biennio 2020-2021 a Varese 3 infortuni Covid su 4 “in rosa”

VARESE – La direzione territoriale di Inail Varese ha illustrato oggi, 11 marzo, al Salone Estense i dati sull’andamento infortunistico negli anni 2020 e 2021, fortemente caratterizzati dalla pandemia. Nel biennio le denunce di infortunio da Covid che hanno riguardato donne sono state il 74,3%, mentre gli uomini solo il 25,7%, a causa della preponderanza della presenza femminile nelle professioni più colpite dal virus. I dati forniti sono tratti dalla banca dati statistica Inail “Open Data” e aggiornati al 31 dicembre 2021.

I dati del biennio

I primi dati illustrati da Inail riguardano l’andamento generale di infortuni e malattie professionali negli ultimi due anni. Numeri che fotografano un calo nel 2021 rispetto al 2020, che si spiega soprattutto nelle misure intraprese, dal maggiore utilizzo dei dpi alla campagna vaccinale. Nel 2020 il totale degli infortuni denunciati è stato di 9.936 casi, scesi a 8.514 nel 2021: una diminuzione del 14%. In calo, seppur lieve, anche il numero degli infortuni mortali, passati da 14 a 13 (-7%). Le malattie professionali sono invece aumentate, passando da 149 a 180, in linea con la tendenza regionale. La maggior parte degli infortuni in entrambi gli anni si è verificata sui luoghi di lavoro (90% nel 2020 e 83% nel 2021), ma gli infortuni in itinere sono cresciuti nell’ultimo anno a causa dell’aumento della mobilità. Nel 2020 gli infortuni che hanno riguardato donne sono stati 4.870 (il 49%) e 5.066 (il 51%) quelli che hanno riguardato uomini. Un aumento considerevole dei casi in rosa: nel pre-Covid la media era di 65% uomini e 35% donne. Nel 2021 i dati si sono riavvicinati ai livelli degli anni precedenti: 3145 gli infortuni femminili (37%) e 5369 quelli maschili (63%).

Covid, infortuni in rosa

Da gennaio 2020 a dicembre 2021 sono state 4.712 le denunce di infortunio sul lavoro da Covid-19 pervenute all’Inail di Varese (di cui 6 con esito mortale), ovvero il 9,8% del totale. La fascia di età più coinvolta è stata quella dai 50 ai 64 anni con 2.005 casi. Varese è la seconda provincia con l’incidenza più alta in Regione insieme a Brescia, piazzandosi solo dopo Milano. Il periodo in cui sono state raccolte più denunce di infortuni Covid è quello del quarto trimestre 2020, che corrisponde alla seconda ondata della pandemia, quella che ha colpito in maniera più forte la provincia di Varese.

Particolarmente rilevante è il confronto tra uomini e donne, con una preponderanza massiccia degli infortuni che hanno riguardato donne: sono stati 3.499 nel biennio, il 74,3%, a fronte di 1.213 casi che hanno coinvolto uomini (il 25,7%). Un dato, che come illustrato dal direttore territoriale Inail Varese Vittorio Tripi, si spiega con la maggior presenza di occupazione femminile in quelli che sono stati gli ambiti lavorativi più colpiti, ovvero le professioni che afferiscono alla cura delle persone in ambito familiare od ospedaliero. Le donne hanno avuto dunque più occasioni di contagio rispetto agli uomini. La componente femminile risulta ad esempio del 79,6% per quanto riguarda gli infermieri e dell’86,3% per colf e badanti.

Gender gap

La lotta alla pandemia ha dunque impegnato e continua a coinvolgere moltissime donne che costituiscono la parte prevalente dell’occupazione nel settore lavorativo sanitario e sociale. «È importante fare un’analisi del mondo del lavoro al femminile anche per comprendere l’impatto che ha avuto la pandemia sul mondo occupazionale e sulle disparità di genere che tutt’oggi sono presenti – ha commentato Rossella Dimaggio, assessore alle pari opportunità del Comune di Varese – questo ci impone una riflessione più ampia sul ruolo di primo piano del lavoro femminile in ambiti di primaria importanza, e al tempo stesso sul persistere di un gender gap per cui a parità di impiego tra donne e uomini non sempre corrisponde un ugual riconoscimento in termini di retribuzione e opportunità di carriera». È intervenuta anche Anna Danesi, consigliera di parità della Provincia di Varese. «Nel settore della sanità – ha detto – abbiamo registrato un aumento delle donne che hanno dovuto lasciare il posto di lavoro perché è aumentato in modo considerevole l’impegno lavorativo». Quindi ha citato alcuni dati forniti da Univa relativi all’occupazione nella fascia di età 15-64 anni, che nel 2020 si è attestata sul 57% per le donne, contro il 74% di quella maschile. Una differenza di 17 punti percentuali (nel 2019 era del 14%).

Gli infortuni per area

Ospiti all’evento in Comune anche i rappresentanti di Ats, Camera di Commercio di Varese, organizzazioni sindacali territoriali e i componenti del Comitato consultivo provinciale Inail. In chiusura di mattinata sono stati illustrati anche alcuni dati elaborati dalla Camera di Commercio di Varese, in merito all’incidenza degli infortuni nelle varie aree territoriali della provincia. Gli infortuni di ciascuna area di competenza delle 4 sedi Inail (che corrispondono alle quattro principali città) sono stati ponderati per gli addetti presenti nelle stesse. Gli indicatori ottenuti evidenziano una maggiore incidenza degli eventi nel 2020 sul territorio di Saronno, seguito da Varese e Busto. In misura minore è stata colpita Gallarate. Nel 2020 gli infortuni hanno interessato soprattutto il comparto della sanità e nelle tre aree più colpite sono infatti presenti nosocomi. Nel 2021 la situazione si normalizza pur mantenendo lo stesso ordinamento.