Leoni: «Potrei candidarmi a Varese con la Lega. Ma non quella di Salvini»

varese lega leoni salvini

VARESE – «Io candidato sindaco a Varese per la Lega? Devo ancora scegliere perché ho un incarico che rende incompatibile la mia candidatura e che mi appassiona. Nei prossimi giorni però prenderò un decisione». Parola di Giuseppe Leoni, padre fondatore della Lega lombarda, voce (molto) critica nei confronti della nouvelle vague salviniana e che potrebbe scendere in pista alle prossime elezioni amministrative per Palazzo Estense. Del resto, il 14 agosto scorso, in un’intervista a La Repubblica, l’aveva detto: «A Varese ci sarà un candidato della Lega Nord».

Giuseppe Leoni candidato sindaco della Lega a Varese. Sembra una bufala, ma non è così. Ed è lui stesso a confermare che la sua candidatura è più di un’ipotesi. E che l’unico problema al momento è la presidenza dell’Aeroclub Italia, «un ente di diritto pubblico e per tale motivo sono costretto a scegliere tra continuare a coltivare la mia passione per il volo», oppure ascoltare il richiamo di un’altra grande passione di Leoni: la politica. «Ma quella federalista – dice – fatta di ideali che sono ancora validi anche se sono stati messi da parte da Salvini».

Giuseppe Leoni, tra i possibili candidati per Palazzo Estense gira anche il suo nome. Davvero ha intenzione di candidarsi per la Lega? 
«Ci sto pensando. Tra qualche giorno prenderò una decisione. Al momento sono anche presidente dell’Aeroclub Italia e se mantengo questa carica non potrò candidarmi».

Ma se accadrà, per quale la Lega? Lega Salvini premier? 
«Il nome “Salvini” non mi interessa. Io sono stato tra i fondatori della Lega, mica lui. Magari facciamo una Lega Varese».

Quindi, se nulla cambierà, sfiderà Roberto Maroni, un derby leghista, è così? 
«Maroni l’ultima volta ha preso 300 preferenze. Sinceramente non so nemmeno perché ha deciso di correre questa volta. Non vorrei che lo faccia per far vincere la sinistra. Lui del resto ha sempre amato la sinistra. E, aggiungo, quando è nata la Lega lui faceva anche un altro mestiere».

Va bene, però adesso c’è la Lega Salvini premier, dalla quale ha sempre preso le distanze, ma con la quale, se si candiderà, gioco forza, dovrà per lo meno dialogare. Quindi? 
«Quindi vedremo quando sarà il momento. Per ora dico che Varese non dovevamo perderla, ma non chiedete a me perché cinque anni fa è andata come è andata. Io dico che dobbiamo riprendere Varese. E dobbiamo farlo rimettendo in cima alla nostra agenda politica i temi del federalismo».

Federalismo, autonomia. Scusi Leoni, ma questi concetti non sono superati? 
«Se fossero superati non dovrebbero esistere né la Svizzera, né la Germania, né gli Stati Uniti e tutti gli altri paesi federalista. Che in questo mondo, le assicuro, non sono certo pochi. Il federalismo non è superato, è stato messo da parte. Che è un’altra cosa».

Converrà però che la rotta salviniana ha portato la Lega a percentuali mai viste. 
«Vero, però quando il segretario era al governo lui ha preferito il Papeete».

Leoni, nessuno è perfetto. E dire che è tutta colpa del Papeete non le sembra un po’ riduttivo? 
«Certo. L’errore è stato non aver portato idee politiche nel momento in cui Salvini è andato al sud. “Roma ladrona” qui da noi, ma anche in Puglia, in Calabria. Invece sono state fatte promesse che hanno fatto presa sulla gente. Ma una volta al governo quel consenso è andato perso. Salvini doveva “copiare” la Democrazia cristiana».

La Dc? Scusi, ma la Lega non è nata proprio per archiviare la “balena bianca”? 
«Mi spiego meglio. Dentro la Dc c’erano le correnti ed è proprio grazie alle varie sfumature interna che all’interno del partito c’era dibattito e la Dc ha governato per anni. Salvini invece ha messo da parte l’anima federalista e autonomista. Solo per fare propaganda».

varese lega leoni maroni salvini – MALPENSA24