Lavoro, a Varese un infortunio su 5 è in itinere. Lo stress tra le principali cause

VARESEUn infortunio sul lavoro su cinque in provincia di Varese è in itinere, cioè avviene nel tragitto casa-lavoro o durante l’orario lavorativo per quelle attività che prevedono spostamenti in auto (come nel settore terziario, dove la percentuale aumenta). Le cause dell’incidentalità sono state analizzate in una ricerca condotta dall’Università Cattolica di Milano: è emerso che il principale fattore di rischio è quello umano. Chi ha più di frequente emozioni negative alla guida (tensione, stress, disagio) ha avuto più incidenti in itinere.

La ricerca

L’analisi è stata al centro di un convegno sul tema organizzato dall’Organismo paritetico provinciale salute e sicurezza, presieduto da Alessandro Castiglioni. L’appuntamento si è svolto oggi, giovedì 30 marzo, alle Ville Ponti. A presentare i risultati la responsabile dell’Unità di ricerca Psicologia del Traffico dell’ateneo milanese Federica Biassoni e la ricercatrice Manuela Bina. Il campione dell’indagine, svolta attraverso un questionario online rivolto a lavoratori attivi nel Varesotto, è composto da un 59% di donne e un 40% di uomini (l’1% preferisce non specificare). La fascia di età maggiormente rappresentata è quella dai 45 ai 54 anni (33%), segue 35-44 (26%). L’82% dei partecipanti lavora nel terziario, il 18% nel turismo. L’89% del campione guida un veicolo nel tragitto casa-lavoro. Un lavoratore su 3 percorre dagli 11 ai 30 km per raggiungere il posto di lavoro.

Il fattore umano

Il 30% dei partecipanti guida un veicolo durante l’attività lavorativa e il 37% di loro ha avuto uno o più incidenti stradali sul lavoro. Tra i comportamenti sbagliati alla guida prevale l’uso scorretto del cellulare, quindi le violazioni alle norme. Il messaggio inviato col cellulare viene valutato con un rischio di 9,3 in una scala da 0 a 10. Per quanto riguarda le emozioni il 60% dice di essere spesso o sempre a proprio agio alla guida, mentre il 29% è spesso o sempre stressato. Chi percepisce un elevato carico emotivo sul lavoro ha avuto con maggiore probabilità incidenti nel tragitto casa-lavoro. Una minore percezione del rischio si associa a un maggior numero di violazioni alla guida e a un maggior numero di incidenti stradali durante l’attività lavorativa e in altre occasioni. Questo lavoro non si ferma con l’indagine: in una seconda fase ci sarà un percorso formativo per gli Rls, i cui contenuti saranno studiati proprio a partire dai risultati della ricerca.

Tavola rotonda

È seguita una tavola rotonda (nella foto sotto), moderata dal direttore de La Prealpina Silvestro Pascarella, che ha affrontato gli spunti offerti dalla ricerca. Marco Bragazzi, dirigente della Polizia Stradale di Varese, ha elencato le principali cause di incidentalità. «In primis l’eccesso di velocità – spiega – poi la distrazione, legata in particolare all’uso non consono degli smartphone. Altre cause sono riconducibili allo stato psicofisico alterato delle persone, come l’abuso di sostanze alcoliche e l’assunzione di stupefacenti. Quindi lo stato dei veicoli e delle infrastrutture». Emilio Patella, segretario nazionale Autoscuole, ha portato la voce di chi educa i giovani alla guida. «Occorre innanzitutto fare una formazione che non si limiti al superamento dell’esame ma vada più in profondità. Le regole oggi bene o male le conoscono tutti: il problema è farle diventare regole di vita».

Parola ai sindacati

Stefania Filetti, segretario generale della Cgil di Varese, ha riflettuto sulle cause del problema. «Se ci fosse una rete più capillare ed efficace di trasporto pubblico magari molti lascerebbero a casa l’auto e questo sarebbe importante dal punto di vista dell’impatto sia sugli infortuni in itinere che sull’ambiente. Quindi le disattenzioni e l’uso del cellulare». Ha sottolineato anche che la percentuale delle lavoratrici coinvolte è maggiore rispetto ai colleghi maschi, segno che spesso le donne hanno più preoccupazioni emotive legate alla cura dei familiari, sia i bambini che gli anziani. Si esprime sul tema anche Giuseppe D’Aquaro, segretario Fisascat Cisl dei Laghi. «Il mondo del lavoro presenta rischi più evidenti e rischi più nascosti ma altrettanto importanti. Il tragitto casa-lavoro è un momento che ogni anno miete vittime, legate a orari insostenibili, a condizioni elevate di stress e ad altri elementi che oggi stiamo approfondendo. Analizzare e studiare a 360 gradi la sicurezza è l’unico modo per prevenire infortuni e rischi».