Le chiese depredate o smantellate del castrum longobardo di Castelseprio

basilica San Giovanni

CASTELSEPRIO – Andar per chiese nel parco archeologico di Castelseprio senza poter vedere neppure un affresco o una statua? Ne vale comunque la pena perché dalla vista dei resti degli edifici sacri si può immaginare la bellezza e la grandiosità di quella che era la capitale del Contado (contea) del Seprio, la maggiore e più vasta realtà politica del Medioevo nella nostra terra. Il castrum longobardo fu raso al suolo nel marzo del 1287 dai Visconti nel corso della lotta contro i Torriani, o Della Torre, i loro rivali comaschi che controllavano la fortezza di Castelseprio, espugnata con l’astuzia grazie a un singolare Cavallo di Troia, i montanari dell’Ossola che erano riusciti a infiltrarsi.

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Salvi gli edifici sacri

Per la verità, l’arcivescovo ambrosiano Ottone Visconti, nel decretare la demolizione e il perpetuo abbandono di Castrum Sibrii stabilì che gli edifici sacri dovessero essere preservati e infatti restarono aperti al culto fino al XVII secolo. Ciò che accadde in seguito lo abbiamo visto succedere in varie parti d’Italia a partire dal Colosseo: le chiese furono a poco a poco smantellate per ricavarne materiale da costruzione. Il luogo fu “inghiottito” dalla boscaglia. Scriveva nella prima metà del Settecento nella Cronaca di Varese Giovanni Antonio Adamollo: “Ancora si scorge nel mezzo al bosco un avvanzo della chiesa antichissima di S. Giovanni plebana di quarantotto chiese, collegiata di diciotto canonici, che erano tutti cavalieri del Seprio ed il di cui proposto era suddiacono e capellano del Papa”. Solo due secoli dopo, nel 1946, cominciò il disboscamento dell’antico castrum e il recupero delle rovine, oltre che della chiesa di Santa Maria Foris Portas, a cura del professor Gian Piero Bognetti, affiancato dall’archeologo varesino Mario Bertolone.

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Il complesso basilicale di San Giovanni

Il fulcro della vita religiosa di Castelseprio era il complesso basilicale di San Giovanni, posto al centro del castrum. Il complesso era incentrato sulla grande basilica di San Giovanni Evangelista: l’edificio del VI-VII secolo, a pianta rettangolare, era diviso in tre navate; in un secondo momento fu arricchito da un’abside centrale (fine VI secolo) e in epoca carolingia da un’absidiola. Il battistero dedicato a San Giovanni Battista è un edificio del V-VI secolo a pianta ottagonale che in origine aveva una piccola abside. Al suo interno si conservano due vasche battesimali. Nel complesso basilicale sono visibili anche il basamento di un campanile edificato sulla struttura di una torre romana, i resti di una grande cisterna e una zona cimiteriale, di cui si conservano solo un paio di lastre tombali longobarde. Fuori dell’area della basilica sorge, o meglio, sorgeva la chiesa di  San Paolo, a pianta esagonale, celebrata fino al XVII secolo ma smantellata anch’essa nel 1810 per ricavarne materiale da costruzione. San Paolo di distingueva perché al centro della navata si trovavano una sorgente d’acqua e una piccola cisterna.  Da non trascurare il monastero di San Giovanni, retto dagli Umiliati fino alla soppressione della confraternita nel XVI secolo. Trasformato in cascinale nel XVIII secolo, cadde in abbandono. Oggi, dopo un opportuno recupero, è stato trasformato in  Antiquarium.

Fausto Bonoldi

 

DOVE   In via Castelvecchio 1513 a Castelseprio.

QUANDO   Dal 1° dicembre al 31 gennaio: nei giorni feriali dalle 8.30 alle 16 (ma dal 20 dicembre al 10 gennaio  dalle 9.15 alle 14.45); nei giorni festivi  dalle 9.15 alle 14.45. Dal 1° febbraio al 30 novembre: la domenica e i giorni festivi, dalle 9.45 alle 18. Il sabato,  dalle 8.30 alle 19. Da martedì a venerdì,  dalle 8.30 alle 19 (ma in novembre solo fino alle 16). Per informazioni si può telefonare al numero 0331/820438.

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