Legnano, l’addio all’ex sindaco Vitali: «Politici imparate il confronto da lui»

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LEGNANO – «Siamo onorati di averti potuto chiamare papà». E’ Matilde, figlia di Lorenzo Vitali, ex sindaco di Legnano, scomparso nella notte tra giovedì 24 e venerdì 25 gennaio alla clinica Humanitas di Rozzano, dove era stato ricoverato alcune settimane fa per una malattia sopravvenuta di recente, a pronunciare queste parole davanti alla chiesa di San Magno, a Legnano, gremita di gente. Tanto da non poter contenere tutti: quasi mille persone, sono arrivate oggi, 28 gennaio, per l’ultimo saluto all’ex primo cittadino, tanto che, riempita la chiesa, la gente ha invaso la piazza, la sacrestia. Ogni angolo disponibile. «Non vogliamo oggi chiederci il perché ci siamo dovuto salutare troppo presto – ha detto Matilde con accanto i fratelli Filippo, Giuditta, Jacopo e la madre Sara – Sei stato per noi il miglior modello possibile: semplice, determinato, un uomo dai valori forti che ci ha insegnato ad aiutare gli altri quando ne hanno bisogno. Tu e la mamma, con il vostro amore, ci avete insegnato cos’è davvero una famiglia».

«Ci faceva sentire persone»

E di famiglia eccezionale ha parlato anche monsignor Angelo Cairati, durante l’omelia. Un’omelia che ha elogiato la bellezza: «La bellezza di questa famiglia – ha detto – Quando ci si trova davanti una famiglia così si comprende che davvero l’amore può vincere la morte». Monsignor Cairati s’è poi rivolto alle centinaia di persone presenti, esponenti della società civile, amministratori, sindaci dei comuni limitrofi in fascia Tricolore che hanno inviato i loro gonfaloni in segno di rispetto e stima, ai tantissimi semplici cittadini di Legnano arrivati per dire addio a Vitali. «L’altro segno di bellezza siete voi, venuti per rendere omaggio a Lorenzo – ha detto monsignore – Un uomo gentile, riservato, autentico nei suoi fortissimi valori. Ha fatto molto per questa città. E ha saputo confrontarsi con le opposizioni senza mai alzare i toni. Senza mai cedere alla tentazione dell’insulto, del denigrare magari con delle bugie gli avversari attraverso i mezzi di comunicazione social, usanza che oggi sembra essere molto in voga. Io faccio appello ai politici presenti: imparate da Lorenzo. Da questo suo modo di confrontarsi: la politica è una cosa alta, una cosa seria. E lui lo sapeva. Fate tesoro del suo insegnamento». Monsignor ha disegnato, con poche ma efficaci parole, il tratto distintivo di Vitali: «Ho bevuto un caffè con un dipendente comunale. Mi ha detto: “Lui ci faceva sentire persone”. Questa è la dote. Questa è la via». E rivolgendosi alla madre di Vitali, mamma Nuccia monsignore ha concluso: «Hai perso un marito e due figli, un dolore inimmaginabile. Ma non hai perso la fede. Io voglio conoscere il tuo segreto». Il feretro di Vitali, coperto di fiori quasi primaverili nei loro colori, è arrivato su piazza San Magno al termine della cerimonia. Accolto da un lungo applauso spontaneo e dall’attenti naturale dei funzionari comunali e degli esponenti delle forze di polizia presenti. Un gesto che dice molto.

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