Legnano, processo Piazza pulita: un bando su misura per l'”amico” esperto d’arte

stazione gallarate allarme procura
Il sostituto procuratore Nadia Calcaterra con il procuratore capo Gianluigi Fontana

LEGNANO – Un bando su misura per il curatore d’arte Flavio Arensi che l’ex sindaco di Legnano Gianbattista Fratus, l’ex vicesindaco Maurizio Cozzi e l’ex assessore ai lavori pubblici Chiara Lazzarini avrebbero prima tentato di “assumere” con un affidamento diretto di incarico. Non potendolo fare, soprattutto a fronte del secco no di alcuni funzionari rispettosi delle normative, il trio avrebbe “risolto” con un bando che, stando agli inquirenti, quasi richiedeva tra i requisiti per aggiudicarselo di chiamarsi Flavio Arensi, appunto.

Un bando tagliato su misura

E’ questo il quarto concorso manipolato secondo gli inquirenti che il pubblico ministero Nadia Calcaterra (nella foto), che ha coordinato l’inchiesta Piazza Pulita che lo scorso 16 maggio ha portato all’arresto dei tre ex amministratori di Legnano, concorso che amplia il fronte processuale. Questa mattina, 28 ottobre, in tribunale a Busto Arsizio si è tenuta la seconda udienza del procedimento processuale. Di fatto la procura integra  anche questa contestazione a Fratus, Lazzarini e Cozzi (oltre a quello che già li avevano portati davanti al giudice del tribunale di Busto, Daniela Frattini) e che coinvolge lo stesso Arensi, il quale da oggi compare formalmente nel novero degli indagati. L’accusa contestata è di turbata libertà del procedimento di scelta del contraente e si forma sulla base di alcune conversazioni WhatsApp datate settembre 2017 intercorse tra gli imputati al fine di affidare direttamente ad Arensi un incarico da 32mila euro per l’organizzazione di mostre con opere degli artisti Isgrò, Paladino e Pomodoro; artisti con i quali (o con le Fondazioni che ne gestiscono i lavori dopo la scomparsa nel caso di Pomodoro) Arensi aveva già contatti. Progetto bocciato dall’allora direttore generale con delega alla cultura, un no che avrebbe costretto i tre a rivedere i “piani” virando sull’idea del bando personalizzato. Bando al quale partecipano in due: Arensi e un secondo curatore ugualmente qualificato, stando agli inquirenti. A questo punto servirebbe uno scatto in avanti per portare a buon fine il presunto intento dei sodali. Di qui l’idea: per vincere il bando bisogna dimostrare di avere già un contatto diretto con i tre artisti. E Arensi, prontamente, deposita una lettera che lo dimostra ottenendo l’incarico.

Tre mostre mai arrivate a Legnano

Nessuna delle tre mostre è mai stata organizzata a Legnano. Isgrò fu cassato dopo aver rilasciato un’intervista nella quale criticava la Lega-Salvini. Divenne dunque inviso agli esponenti del partito e non più meritevole di esporre a Legnano. Quella mostra venne sostituita dall’evento “Paolo VI ritratto di un Papa”, che vide protagonista una sola opera di Bodini. Per quell’unica kermesse Arensi ricevette un acconto da 25mila euro liquidatogli dal nuovo dirigente organizzativo del Comune che nel frattempo aveva ricevuto anche la delega alla cultura.
I difensori di Lazzarini e Cozzi hanno eccepito sostenendo che il nuovo reato avrebbe dovuto essere contestato separatamente ai capi di imputazione già oggetto del giudizio immediato. Eccezione rigettata dal giudice. Così come quella relativa alla contrarietà alla costituzione di parte civile del Comune di Legnano: la richiesta è stata accolta dal giudice con rigetto delle argomentazioni sollevate dai difensori. Per Fratus, agli arresti domiciliari da 5 mesi e 12 giorni, la difesa ha chiesto la liberazione  in quanto non sussisterebbero più le condizioni di rischio di inquinamento probatorio legato alla fase dibattimentale. La procura si è riservata sul parere.

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