Nomine a Legnano, Radice contrattacca: «Polemica fondata sul nulla. Querelerò»

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LEGNANO – Durissima replica del sindaco di Legnano sul “caso Fregoni”, oggetto di numerose interrogazioni (più di 20!) delle minoranze. In un lungo intervento scritto, che lo ha impegnato nella lettura per quasi mezz’ora durante il Consiglio comunale di venerdì 22 gennaio, Lorenzo Radice (nella foto) ha affermato che si tratta di «un caso che non esiste, una polemica fondata sul nulla se non su una questione di opportunità politica», accusando le opposizioni di adottare un «modo di operare mai visto, che alimenta un clima pesante di cui la città non ha bisogno». Radice ha parlato di «spirito da caccia alle streghe, irrispettoso modus operandi con intento puramente ostruzionistico, oltre a una buona dose di scarsa conoscenza di ciò di cui si scrive», esortando i firmatari delle interrogazioni a «chiedere scusa ai cittadini e agli uffici, perché gonfiano i polmoni con l’unico risultato di ingolfare la macchina comunale». Sul vizio di forma che ha causato il repentino annullamento della nomina del nuovo dirigente del settore Opere pubbliche, Radice l’ha definito «una mia ingenuità. Nessuna illegalità, ma una potenziale irregolarità solo formale nella procedura. Chi parla di illegalità se ne assuma la responsabilità».

«Scavata una ferita nel Comune, chiedete scusa»

In sostanza, per il sindaco arancione il fatto di essersi fatto affiancare nelle selezioni da «una professionista, una persona di fiducia» è stata una scelta «di cui avevo assoluta discrezionalità, senza condizionamenti né contrattazioni. Non devo motivarla a nessuno, perché questo prevede la legge. Il vizio di forma è da dimostrare e molto discutibile. Non c’è stato alcun danno erariale, che c’è solo con dolo o colpa grave. Ma con le tante interrogazioni presentate, molte fotocopia l’una dell’altra e altre con domande che potevano benissimo essere accorpate, si è creato un clima pesante mentre il Comune ha bisogno di ritrovare serenità dopo i danni della passata Amministrazione e la gestione commissariale». Prima di rispondere ad una ad una alle domande scritte dalle opposizioni, Radice ha parlato di «alcune affermazioni al limite della calunnia. Sporgerò querela contro chi insinua o afferma che l’Amministrazione faccia dei favori. Questo – ha rimarcato – non è un metodo democratico. Avete scavato una ferita nel Consiglio comunale e state creando un danno alla macchina comunale, con un modus operandi a tratti rancoroso e spesso capzioso, con una sistematica azione ostruzionistica. State facendo un danno sociale con fakenews e toni violenti, soffiando sul fuoco di una rabbia sociale già alta». Infine, un invito: «Cantiamocele stasera e poi voltiamo pagina».

E le opposizioni rispondono per le rime

La prima a «cantarle» per le opposizioni è stata Daniela Laffusa della Lega («Sindaco, non ci prenda per scemi») seguita da Francesco Toia (Toia Sindaco), per il quale l’intervento del primo cittadino è stato «spocchioso e arrogante. Gli uffici – ha ribattuto Toia – li ha bloccati lei, il Consiglio lo ha svilito lei, la cattiva politica la sta facendo lei». Caustico anche Letterio Munafò di Forza Italia, che ha definito Radice «indecente e minaccioso», al che lo stesso sindaco ha precisato che la querela annunciata non riguarda persone presenti nel Consiglio comunale. Per Carolina Toia (Lega) «il clima di odio lo ha creato lui, patetico e inopportuno con le sue prediche». La discussione è proseguita con l’altra nomina saltata e già oggetto di un aspro confronto a distanza, quella di un social media manager chiamato a sviluppare la comunicazione istituzionale del Comune. Una decina le interrogazioni presentate, a cui Radice ha risposto di aver scelto «il profilo più competente» e ribadito di assistere a «un clima da caccia alle streghe che gli ha impedito di lavorare serenamente».

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