Salta anche il social media manager: altro ko per la Giunta arancione di Legnano

legnano addetto stampa comune

LEGNANO – Se tre indizi fanno una prova, la Giunta Radice deve stare attenta perché è a un passo dal darla. Una prova di incapacità nel nominare i componenti della macchina amministrativa comunale. Dopo il “caso Fregoni” – la nomina del dirigente del settore Opere pubbliche tramontata dopo meno di 24 ore per un vizio di forma nelle procedure per la sua designazione – è saltata anche la nomina del social media manager che l’Amministrazione ha voluto affiancare al nuovo addetto stampa di Palazzo Malinverni. Un altro fulmine a ciel sereno per la maggioranza di centrosinistra, subito oggetto di pesanti critiche delle opposizioni. Già l’idea di introdurre una simile figura professionale, senza precedenti, aveva suscitato critiche e perplessità; quanto alla persona incaricata, Alessio Andrea Unfer, con nel curriculum la comunicazione del Pd in Regione e la campagna elettorale del sindaco Lorenzo Radice (nella foto in alto, la sua poltrona in Comune), era finita nell’occhio del ciclone per le dure parole espresse da Unfer in un post sulla Meloni e su Salvini («Sono letame», «Fanno schifo») pochi giorni prima di ricevere l’incarico in Comune. Ora lo stesso Unfer ha fatto un passo indietro, preferendo dimettersi.

Carolina Toia: «Ora chiarimenti e scuse ai cittadini»

Immediate le reazioni delle minoranze, a partire dalla Lega. «Tramite numerose interrogazioni – riepiloga i fatti Carolina Toia, capogruppo della Lega in Consiglio comunale e rivale di Radice nel ballottaggio delle Amministrative in autunno – chiedevo espressamente al sindaco e alla giunta se quella fosse esattamente il tipo di comunicazione che intendevano adottare per promuovere l’immagine istituzionale del Comune (impiegando oltre 40.000 euro annui dei legnanesi). Oggi (martedì 12 gennaio, nda) la risposta è arrivata, prima ancora del previsto, con le dimissioni dello stesso Unfer. Ci risiamo: dopo Fregoni, ora Unfer. Questa giunta ci pare stia facendo una figura a dir poco imbarazzante. A questo punto – incalza Toia – mi aspetto, anzi ci aspettiamo dei chiarimenti, oltre a delle scuse, doverosamente rivolte a tutta la cittadinanza, per la totale inadeguatezza mostrata nella gestione delle procedure amministrative e nella scelta delle persone che andranno a ricoprire ruoli chiave all’interno della macchina comunale».

Lega: «Mancano competenza e professionalità»

Per i consiglieri Francesco Toia (Lista Toia Sindaco), Daniela Laffusa e Stefano Carvelli (Lega Salvini Premier) «andiamo incontro a mesi bui. Servono le migliori energie ed intenzioni, ma occorrono anche competenza e professionalità. Gli errori commessi si commentano da soli. Attendiamo il prossimo Consiglio comunale per ricevere risposte (ci auguriamo non lette, come ormai consuetudine della giunta) dal sindaco. In merito al suo attuale silenzio e a quello della giunta tutta, in fondo comprendiamo il profondo imbarazzo sulla vicenda, tant’è che la risposta (dovuta) l’ha data alla fine il dott. Unfer, scegliendo (?) di dimettersi. Ci auguriamo che abbia compreso come il modo di fare comunicazione che adotta per il Pd in Regione non sia certamente quello che serve per promuovere l’immagine istituzionale della nostra Legnano. Ovviamente – concludono gli esponenti del centrodestra – attendiamo sempre che il sindaco si dissoci pubblicamente da quelle parole».

Gioventù nazionale: «Vittoria»

Per Matteo Malacrida, segretario di Gioventù Nazionale Alto Milanese, «Alessio Andrea Unfer ha rassegnato le proprie dimissioni in seguito al vortice di polemiche che l’ha travolto per aver definito “letame”, sul proprio profilo Facebook, Giorgia Meloni e Matteo Salvini: un post incompatibile con il ruolo chiave e imparziale che sarebbe andato a ricoprire. Un plauso a tutte le forze politiche, a partire da Carolina Toia e Fratelli d’Italia, che fin da subito hanno denunciato lo scandaloso fatto. Oltre ad esprimere soddisfazione per aver fatto risparmiare i suoi 40.000 euro annui al Comune (e quindi ai cittadini legnanesi) ci auguriamo che il dott. Unfer, e con lui la sinistra tutta, comprenda che le parole hanno un peso e che l’insulto non può essere un metodo di comunicazione politica. Anche se sei il braccio destro del sindaco».
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