Legnano, Rsa Accorsi senza pace: «Niente acqua calda e condizionatori al massimo»

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LEGNANO – Ancora problemi alla Rsa Accorsi di Legnano. Certo, non gravi come quelli emersi nella gestione della pandemia, ma tali da guastare la vita quotidiana degli ospiti superstiti. E da spingere il Comitato dei parenti degli ospiti a scrivere oggi, giovedì 6 agosto, una lettera alla direzione della casa di riposo, girata per conoscenza ad Ats, Comune e Polizia Locale. Tanto per cominciare, da una decina di giorni mancherebbe l’acqua calda in alcuni reparti. Alcuni parenti in visita, poi, hanno visto che molti anziani portano vestiti invernali, il che, considerata la stagione, sarebbe dovuto alla temperatura troppo bassa dei condizionatori. Come già accaduto, alcuni parenti hanno rilevato che i loro cari portano i vestiti di altre persone. Ancora, sono stati segnalati problemi ai sollevatori che permettono di alzare gli ospiti dal letto. Infine, «fatte salve le doverose precauzioni per evitare la diffusione del Covid-19 – scrive il comitato – tanto più dopo il tributo pesante di vittime che ha caratterizzato la Rsa Accorsi, ci chiediamo per quale motivo ancora non sia possibile agli ospiti di stare un po’ di tempo all’aria aperta, approfittando della bella stagione. Non ci risulta infatti che agli anziani venga permesso di uscire nel giardino della struttura».

Il Comitato dei parenti scrive a direzione, Ats e Comune

La “reclusione” forzata, insomma, proseguirebbe anche dopo la fine dell’emergenza, senza contare i disagi causati ad esempio dalla mancanza di acqua calda, che ha costretto alcuni a lavarsi con quella fredda. «Prima la direzione della Rsa ha dialogato con noi – spiegano i familiari degli ospiti che fanno parte del comitato – ma poi le risposte sono venute a mancare, spingendoci a richiederle via Pec e a segnalarle anche all’Ats, al commissario prefettizio e al Comando della Polizia Locale. Il quadro generale della situazione sembra tornato in continuità con i mesi bui dell’emergenza e con il pessimo clima di lavoro che a quanto ci risulta c’era già prima dell’epidemia e si è poi aggravato in seguito al contagio. Per quanto ci riguarda – concludono – continueremo a monitorare la situazione per tutto agosto, in attesa delle risposte».

«Uscite precluse. E il personale è sufficiente?»

Ma c’è anche un altro aspetto che viene sottolineato in merito alla Rsa gestita dal gruppo KCS Caregiver. Del centinaio di ospiti presenti all’inizio dell’anno, in questi mesi ne sono deceduti ben 43, compresi due morti dopo l’epidemia. Tolti altri 10 ricoverati in ospedale, nella struttura ne erano rimasti 51, che oggi si sono però ridotti a una quarantina. Motivo: alcune famiglie hanno deciso di trasferirli dalla struttura alla Canazza in altre case di riposo, a Legnano e nei comuni vicini, o addirittura di portarli a casa, nonostante i problemi logistici e assistenziali che questo comporta. Altre famiglie starebbero pensando di fare lo stesso con i propri congiunti. A fronte di ciò, rimane il dubbio che il personale, in particolare gli infermieri professionali, sia sufficiente per garantire l’assistenza a ogni turno di lavoro. «Gli organici – si domandano i parenti – sono pienamente rientrati nei parametri minimi di accreditamento al sistema sanitario?».

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