Legnano mantiene l’accordo di riservatezza sul salvataggio di Accam

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LEGNANO – Il consiglio comunale di Legnano salva, con i soli voti della maggioranza, il patto di riservatezza stretto a suo tempo da Amga, Agesp e Cap Holding sul salvataggio di Accam. Nella serata di martedì 24 gennaio è stata approvata soltanto dai gruppi di opposizione (8 voti contro i 14 della maggioranza) la mozione presentata dal consigliere del Movimento dei Cittadini Franco Brumana che chiedeva di revocare l’adesione al memorandum sottoscritto dalle tre società pubbliche nella parte riguardante l’accordo di riservatezza e di «intervenire, in ogni forma possibile di legge, affinché Amga, di cui il Comune di Legnano detiene la maggioranza del capitale, receda unilateralmente dal patto di riservatezza e richieda a Neutalia, di cui è socia, di garantire tutte le informazioni» alla magistratura.

L’accordo è tornato di stretta attualità in seguito alle indagini della Procura di Busto Arsizio che hanno condotto ad una perquisizione negli uffici di Neutalia di Borsano alla ricerca di documenti riguardanti il salvataggio di Accam.

Radice: «Parole gravi, ma questione superata»

Nel commentare la mozione, il sindaco Lorenzo Radice ha detto che «ci si sta muovendo in maniera strumentale. Non ci sono reticenze, semmai nel memorandum si cerca di tutelare la dovuta riservatezza industriale laddove ha senso. Neutalia, da noi interrogata rispetto a quanto successo, sta collaborando al massimo con gli inquirenti e non sta avendo alcun comportamento poco trasparente, mentre sta mettendo in piazza un piano industriale da 100 milioni di euro e finalmente mette nero su bianco sul sito, in pubblico e ai comitati i dati su quello che produce. Concordo che in passato ci siano stati i modelli di comportamento indicati dal consigliere, ma il memorandum è decaduto nei fatti con la costituzione della Newco. La stessa società – ha ggiunto Radice – mi riferisce che nessuna delle sue società è tenuta ad osservare un comportamento reticente e che non è contemplata la mancata trasmissione di informazioni richieste».

Brumana: «Accordo vergognoso per il consiglio comunale»

Di diverso avviso Brumana, per il quale «Amga, Agesp, CapHolding e anche Neutalia sono tutt’altro che aperte a dare notizie. In materia ambientale i segreti industriali non esistono. È terribile – ha incalzato il consigliere civico – la frase del contratto che prevede per le tre società di concordare tra loro che cosa dire ai magistrati, come quella che obbliga ciascuna parte a non parlare. Siamo matti? Ogni parte è tenuta a dire “il minimo richiesto dalla normativa applicabile”: è un patto di omertà, di reticenza, un caso conclamato con tanto di firma in un memorandum e parte integrante di una delibera di consiglio comunale. In questo momento è aperta una inchiesta: da che parte stiamo, della magistratura o di questo contratto? Considero quella parte della delibera una vergogna per la nostra amministrazione comunale».

«Capisco ma non condivido – ha ribattuto il sindaco – Perché il punto non è stato affrontato quando fu messo in discussione un anno fa? Sono cose scritte in altri memorandum simili, parlare di patto di omertà e patto di reticenza è grave e sbagliato e inficia la collaborazione che la società può avere con la magistratura. In ogni caso, quell’accordo è cessato di fatto quando è nata la nuova società».

Amadei isolato dagli ex compagni sul lavoro

Stesso esito ha avuto la votazione sull’ordine del giorno di Federico Amadei (gruppo misto) che chiedeva una «rivoluzione» delle politiche attive del lavoro con un nuovo ruolo del Comune. L’odg, molto articolato – Amadei l’ha definito «una sorta di Piano Marshall che impegnerà questa e le prossime amministrazioni» – prevedeva ben 14 iniziative fra cui: tavoli di confronto tra enti pubblici e i soggetti protagonisti della realtà produttiva e industriale locale per la definizione di azioni congiunte di supporto alle attività lavorative, alle aziende in crisi e per contrastare la disoccupazione locale; uno sportello comunale con settori specifici dedicati al lavoro per donne, giovani, immigrati e over 50; di mantenere l’acquisto di beni e servizi a scala locale per evitare che le ricadute escano dal territorio; agevolazioni nell’ambito della fiscalità comunale per imprese e aziende che si impegneranno oltre quanto prescritto per legge nella prevenzione degli infortuni sul lavoro e nella tutela della salute dei lavoratori.

I gruppi della maggioranza di centrosinistra hanno affossato l’ordine del giorno dell’ex consigliere Pd definendolo in sostanza uno strumento inadeguato per affrontare una simile problematica. Amadei si è detto «incredulo, basito, esterrefatto, avvilito e preoccupato dal fatto che il tema non interessi alla maggioranza, mentre ha trovato l’appoggio dei consiglieri di minoranza. Non riesco a comprendere i consiglieri di maggioranza, qualcuno è ostaggio delle scelte che è chiamato a fare». Parole che hanno suscitato l’ira di Giuseppina Boggiani (Pd), mentre il capogruppo di Insieme per Legnano-Legnano Popolare, Mario Brambilla, ha tenuto a replicare che «non c’è nessuna pressione sui consiglieri. Era meglio discutere la tematica in una commissione, anche congiunta e allargata a persone, privati compresi, che operano su di essa».

No anche alla cancellazione dei mini debiti col fisco

Bocciata infine (con 13 voti contro 6, più 2 astenuti) la rottamazione delle cartelle esattoriali per debiti di importo residuo fino a 1.000 euro risultanti nel periodo tra il 2000 e il 2015, proposta dal governo Meloni. A Legnano tali cartelle sono 3.646 per 3.600 cittadini interessati e un importo complessivo di 375.153 euro.

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