Legnano tradita dall’INPS: uffici chiusi da tre mesi e senza più date per la riapertura

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LEGNANO – Prima, almeno, c’era una data a cui aggrapparsi. Continuamente rimandata, sempre meno credibile, ma meglio di niente. Ora, invece, neanche questo. E per nessuno è un buon segnale. La sede di Legnano dell’INPS (che per ironia della sorte sul sito ufficiale dell’istituto è indicata come “agenzia complessa”) da questa settimana non lascia intravedere alcuno spiraglio sulla sua riapertura. Un danno, una beffa, un’arrabbiatura per centinaia di utenti del territorio, traditi da questo ente fin dall’inizio dell’emergenza sanitaria, al pari dell’Agenzia delle Entrate, i cui uffici in via Sabotino sono ormai circondati da alte erbacce, tale è lo stato di abbandono. Niente di tutto ciò in via Podgora, dove in compenso ogni comunicazione si limita ad alcuni fogli affissi alla bell’e meglio col nastro adesivo sul cancello esterno (nella foto in basso). «Ma non c’è più nemmeno una data per la riapertura – lamenta Luigi, impiegato di Villa Cortese – prima avevano messo il 31 maggio, poi l’8 giugno, poi il 15 e ora più niente». «È la seconda volta che vengo qui con mio nonno per niente – dice un giovane di Arconate – devo fare delle pratiche per mia nonna che è deceduta, ma non so come farle con gli uffici sempre chiusi».

Una continua e inutile processione

legnano inps chiusa disservizioLa processione di persone che vengono apposta fin qui, all’estremità della città prima dei campi, senza concludere nulla è incessante. In 10 minuti, a metà mattina, contiamo una trentina di persone. «È così ogni giorno, ogni settimana, da tre mesi – osserva Fedele, titolare del chiosco vicino all’entrata – cambiano la data della riapertura ma non la rispettano mai, sono gli unici che non lavorano». Fra la gente che si presenta qui da Legnano e dai dintorni – ne incontriamo di tutti i comuni, da Canegrate a Busto Garolfo – il sentimento dominante è la rassegnazione. «È chiuso ancora? No…» sospira un anziano signore. «Non è possibile – interviene un altro – ero passato anche ieri…». Per qualcuno, anche arrivare fin qui non è facile. Perché all’INPS, oltre agli anziani, si rivolgono altre categorie fragili, come i disabili. «È la terza volta che vengo – ci racconta senza scendere dall’auto un ex impiegato in pensione di Canegrate che si muove in carrozzina – ho cose importanti da comunicare, nelle mie condizioni non è facile spostarsi e farsi portare costa… È un po’ una schifezza» si contiene.

Gli utenti: «Call center inaccessibili»

legnano inps chiusa disservizioEppure, come riferisce ancora l’ineffabile sito dell’ente, “Comunicare con l’inps (minuscolo, nda) è facile… chiamando il Contact Center ai numeri 803-164 da rete fissa – 06164164 da mobile oppure inviando una mail tramite il servizio InpsRisponde”. «Ma a quei numeri non risponde mai nessuno – ribatte un utente che li conosce ormai a memoria – prima rispondevano per il mio problema in maniera solerte, mentre nelle ultime tre settimane la linea è sempre occupata e quando finalmente la si prende, cade. Visto che gli uffici rimangono chiusi, sarebbe il minimo che rispondessero al call center». «Io sono rimasto tre ore al telefono prima che rispondessero – gli fa eco un altro – ma devo comunque venire di persona a lasciare dei documenti». «Almeno spedissero a casa le cose necessarie – osserva un’anziana signora – una volta era così». Fra chi la vede peggio, il già citato barista Fedele. «Gli impiegati lavorano da casa, ma così bloccano tutto il commercio. Alle aziende, pubbliche o private che siano, fa comodo ma nessuno fa più colazione o pranzo fuori casa. Primo aprivo il bar alle 5.30, adesso dopo le 8.00, tanto non viene quasi nessuno. Oggi avevo solo 10 brioche e ne ho vendute 5. Lo smart working è una politica sbagliata. Nel caso dell’INPS è anche peggio: le persone anziane hanno bisogno di un contatto umano, di farsi spiegare le cose con calma, carte alla mano. Ne vedo ogni giorno arrivare con stampelle o carrozzine e mi chiedo come fa a lasciare chiuso. Non è una bancarella di frutta e verdura che si presenta quando vuole, è un ente pubblico e come tale deve dare l’esempio».

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