Lockdown e Hikikomori, l’associazione Lilliput di Busto in aiuto alle famiglie

BUSTO ARSIZIOGiovani soli, depressi e senza motivazione. Da mesi ormai sentiamo parlare degli effetti nefasti della pandemia sugli adolescenti. Ma quello che potrebbe superficialmente essere categorizzato come “disagio”, può sfociare in vere e proprie patologie, anche molto pericolose. E’ il caso degli Hikikomori, persone che scelgono di scappare fisicamente dalla vita sociale, spesso cercando livelli finali di isolamento e confinamento. Un fenomeno che verrà affrontato dall’associazione Lilliput di Busto Arsizio in un ciclo di 3 incontri per aiutare le famiglie a dare un sostegno concreto ai figli in difficoltà.

Circa 100 mila in Italia

Fino a una ventina di anni fa in pochi avevano sentito la parola Hikikomori, eppure da qualche anno, e soprattutto negli ultimi tempi, il termine passa sempre di più di bocca in bocca. E se inizialmente ci si rivolgeva con una certa curiosità a questo fenomeno che sembrava relegato nelle lontane terre del Giappone, ora è la preoccupazione a regnare per quei circa 100 mila hikikomori italiani.

Il dramma del Covid

A fornire questo dato è Marco Crepaldi, fondatore di Hikikomori Italia, associazione che nasce proprio per aiutare i soggetti con problemi di isolamento sociale, un disagio di molti ragazzi e ragazze che purtroppo sembra aumentare dopo un anno di lockdown forzato. «Pensiamo per esempio a quegli hikikomori che stavano iniziando un percorso di reinserimento nel tessuto sociale prima della pandemia e che hanno visto tutti i loro sforzi andare in fumo dallo scorso marzo 2020», scrive Crepaldi sul sito di Hikikomori Italia.

I dati possono sembrare spesso freddi e oggettivi, ma dietro ogni numero c’è un giovane che vive in grande disagio e che potrebbe sviluppare serie forme di depressione. Ecco allora che anche il Comune di Busto Arsizio pensa a come sostenere, soprattutto le famiglie in un periodo così fragile: sono infatti più di 12 mesi che i ragazzi e le ragazze italiane non possono andare a scuola, praticare sport e vedere gli amici. 

Affrontiamo il tema

L’assessorato all’Inclusione sociale di Busto Arsizio segnala quindi un progetto promosso dall’associazione Lilliput Aps, dedicato all’approfondimento del fenomeno sempre più diffuso dell’ Hikikomori e delle nuove dipendenze generate dal web.

Si tratta di un ciclo di tre incontri che si svolgeranno alle 21 sulla piattaforma Zoom. Il primo è per il 12 aprile e sarà intitolato “Identità Online-Offline, conosco l’identità virtuale di mio figlio?”, il secondo, “Residenza: Social Network, come aiutare l’adolescente ad abitare al meglio il mondo della rete” è per il 12 maggio e il 14 giugno si terrà “Ebbene sì: ho dei limiti! Insegnare ai ragazzi a non essere perfetti”.

Chiunque volesse iscriversi gratuitamente potrà inviare un’email all’indirizzo lilliput.bustoarsizio@gmail.com.

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