Lo Stato che non viaggia sul binario giusto

lodi stupri treni stato

di Massimo Lodi

L’orribile cronaca sulla violenza a una ragazza in treno e al tentativo di ripeterla su un’altra in stazione, testimonia dell’assenza nel sorvegliare le carrozze, proteggere i viaggiatori, assicurare il rispetto della legge. Convogli che circolano a tarda ora, pochi a bordo, tutti in balìa d’uno, due, tanti delinquenti cui salti in mente d’agire. Nessuna dissuasione perché non ci sono gl’incaricati a praticarla. E invece dovrebbero esserci.

lodi stupri treni stato
Massimo Lodi

Quale maggiore priorità che garantire la sicurezza a migliaia di cittadini? Quale maggiore urgenza che reperire quattrini, se a mancare non è altro, per ingrossare le fila dei tutori d’utenti che pagano un servizio? Quale maggiore emergenza in Lombardia, regione ad alto indice di trasporto pubblico, dove il pendolarismo rappresenta un fenomeno quotidiano di massa? Quale maggiore canale di spesa ove investire fondi destinati, sì, al rinascimento economico, ma anche alla salvaguardia sociale? Senza la seconda, non esiste il primo. Perché il primo può essere innescato solo dalla seconda: l’uomo/la donna che dà sé stesso al lavoro, deve ricevere protezione. Dentro il lavoro. Fuori del lavoro.

E poi, in merito al crimine. Un caso è un caso, non la regola. Dunque nessuna demonizzazione: non esiste il fenomeno degli stupratori seriali. Esistono spaventose vicende di cui alcuni individui sono raccapriccianti attori: tale è il quadro realistico. Ma esiste in sovrappiù una cornice politica, giudiziaria, culturale che non disincentiva e punisce come bisognerebbe i protagonisti dei singoli episodi. La cornice racconta d’una legislazione che infligge pene severe. Di pene severe che spesso ottengono sconti. Di sconti che danno l’idea d’uno Stato buonista. D’uno Stato buonista nei confini del quale i malvagi si muovono sicuri di potersene beffare persino quando ne sono fatti prigionieri.

Il recupero d’un senso compiuto della giustizia aiuterebbe a vincere il senso altrettanto compiuto dell’impunità, forse (certamente?) non estraneo alle aggressioni dolorose sul vagone di Trenord nel tragitto Milano-Varese e allo scalo di Venegono. Il ritardo peggiore non è delle corse quotidiane che causano snervanti attese alle fermate; è della corsa, ormai sempiterna e idem logorante, della Repubblica a mettersi, senza riuscirvi, sul binario dell’efficienza. Rigorosa e implacabile: sembrerà strano, ma fra le due parole/i due concetti germoglia l’empatia.

Doppia violenza sessuale a Venegono e Vedano: presi gli stupratori “del treno”

lodi stupri treni stato – MALPENSA24