‘Ndrangheta a Lonate e Ferno: in provincia di Varese confiscati 102 beni

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FERNO – “Da Cosa Nostra a Casa Nostra“, il titolo del terzo incontro promosso dalla Cooperativa San Martino di Ferno, Periferia Sociale e la Consulta per la legalità del Comune di Lonate Pozzolo, Associazione “Laura Prati” di Cardano al Campo, Unione Cooperativa di Consumo di Samarate e Cgil Varese, nella serata di ieri, lunedì 22 giugno, via Zoom e con diretta Facebook, racchiude tutto il senso dell’appuntamento.

Impoverirli per batterli

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Che verteva sui beni confiscati alla mafia (102 sono quelli presenti in provincia di Varese in quanto finiti nelle numerose operazioni contro mafia e ‘ndrangheta sul nostro territorio) e sul loro destino. «Il senso è tutto qui – hanno spiegato Vincenzo Moriello del dipartimento legalità Cgil Lombardia e Marta Battioni di LegaCoopSociali Referente Beni Confiscati, relatori dell’incontro moderato dal redattore de Il Cittadino di Monza Paolo Rossetti – Beni, ricchezze, accumulati attraverso le attività illecite della criminalità organizzata che vengono restituiti ai cittadini, alla società sana».

Servono tempi più rapidi

Una legge, quella che consente la confisca, varata nel 1996 a furor di popolo: ne sostennero l’approvazione un milione di cittadini attraverso una raccolta firme. Una legge necessaria «Impoverisce i boss  – ha spiegato Moriello – Che non soltanto non hanno più le disponibilità necessarie per portare avanti le loro attività anche dal carcere ma che perdono quell’aura di onnipotenza, di essere al di sopra della legge e dello Stato. Soprattutto laddove lo Stato è magari più fragile». Una legge necessaria, ma perfettibile: «Molto spesso passano magari 7, 8 anni dal sequestro alla confisca – ha spiega Battioli – Tempi lunghi che comportano gioco forza il degradarsi dell’immobile stesso. Che una volta assegnato dovrà essere ristrutturato prima del riutilizzo con aggravio di costi per i Comuni, le associazioni o le cooperative sociali alle quali il bene è stato assegnato». E anche per questo le richieste di assegnazione non sono così numerose come ci si potrebbe aspettare.

In provincia 102 beni confiscati

Nel caso della provincia di Varese i 102 beni confiscati sono nella quasi totalità appartamenti o box. «Che potrebbero essere utilizzati quali alloggi per ospitare le vittime di violenza di genere o nuclei famigliari in difficoltà I box, in alcuni casi, vengono utilizzati come magazzini da associazioni e cooperative sociali – ha detto Battioli – Queste ultime, diversamente dalle associazioni che svolgono un’opera assolutamente meritoria, generano anche occupazione». Nel corso dell’incontro le inchieste che hanno coinvolto il nostro territorio, da Bad Boys a Infinito sino alla recentissima Krimisa, sono state ampiamente citate. Senza che venisse risparmiata Mensa dei poveri, anche se la tranche varesotta dell’inchiesta non vede nessuno degli indagati accusato di aver avuto rapporti con la criminalità organizzata. «Sono però queste convergenze – ha concluso Moriello – ad attirare determinati appetiti».

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