Fusione Sap-Agesp, lo stallo preoccupa il centrodestra di Lonate: «Si sono spenti»

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LONATE POZZOLO – «Sembrava dovesse avvenire il giorno dopo, ora gli attori iniziali si sono spenti». Una parentesi, quel che basta per alzare il pressing: la fusione fra Sap e Agesp a che punto è? Il futuro della partecipata che gestisce i rifiuti – al momento, ancora socia al 50% di Lonate Pozzolo e di Ferno – torna ad essere argomento di confronto in consiglio comunale. È Centrodestra per Lonate a incalzare sul progetto di fusione per incorporazione dell’azienda speciale da parte della multiservizi bustocca. Un iter, per il momento, che non offre sviluppi. E questo «preoccupa» la minoranza.

Le preoccupazioni del centrodestra

L’assessore al Bilancio, Angelo Ferrario, ha reso noto in aula – lo scorso 30 novembre – che «non c’è ancora nulla di risolutivo, concreto e determinato: gli advisor delle due aziende si stanno ancora scambiando informazioni». Con l’auspicio che il procedimento possa ripartire a breve, visto che «porterà benefici sia a Sap che alla comunità lonatese». Speranza condivisa anche dal centrodestra. Che intanto ha ribadito il punto di vista della minoranza: «Finire in Agesp, vuol dire far parte di un grande calderone in cui conteremo molto poco», le parole di Mauro Andreoli. Ma aldilà delle posizioni politiche, il fattore tempo: «Sembrava si dovesse marciare spediti. Preoccupa che gli attori iniziali si siano un po’ spenti, a distanza di un anno: ancora nulla». Tradotto: «Sap non sta benissimo, tra difficoltà di bilancio e gestione del personale. Il matrimonio con Agesp sembra l’unica salvezza, speriamo di non essere presi per fame a doverlo celebrare a ogni costo».

La fotografia di Sap

Alle domande su cosa potrebbe accadere nell’ipotesi in cui la fusione non avvenisse, Ferrario ha presentato una fotografia attuale di Sap. «La società dovrebbe mettere mano a un piano investimenti per tutti i mezzi che dovrebbero essere sostituiti: al momento non ha un utile adeguato per delle spese che una simile realtà dovrebbe poter sostenere». Inoltre, «ci sarebbe il problema del conferimento dei rifiuti: Neutalia non accetta quelli dei Comuni che non sono soci, ora lo possiamo fare in attesa che l’aggregazione si concluda». Insomma, se l’iter non andasse secondo i piani «si dovrebbe trovare un altro posto». Un quadro che conferma che «la fusione porterebbe benefici, anche in termini di costi».

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