Sap inglobata da Agesp: a Busto il futuro della società di Lonate e Ferno

LONATE POZZOLO – Ancora nessuna decisione ufficiale è stata presa ma le idee sulla direzione da prendere sembrano chiare. Crescere, essere più efficiente e ridurre i costi dei servizi. Ma, soprattutto, la salvaguardia dei posti di lavoro. Parte da qui il processo che potrebbe portare a una fusione per incorporazione di Sap da parte di Agesp, la multiservizi di Busto Arsizio. Le intenzioni dell’amministrazione comunale erano già state definite in consiglio comunale (non senza qualche dubbio dal fronte della minoranza). Ma il primo, vero passo è stato fatto in Commissione Finanza ieri sera, 11 gennaio, a Lonate Pozzolo con quello che è stato definito «un incontro conoscitivo» dai vertici della società bustocca, presenti in aula.

Le decisioni di Ferno e Lonate

Un atto di indirizzo, per ora. Ma va ricordato che si tratta di una decisione che va presa insieme a Ferno, socio al 50% della municipalizzata che si occupa dello smaltimento dei rifiuti. Ora, a parlare saranno i consigli comunali di entrambi i paesi: deliberando a favore, apriranno a un periodo di valutazione – secondo i piani, di sei mesi – per raggiungere l’accordo di fusione.

Il quadro della soluzione

A dare una linea sui vantaggi, l’amministratore unico della società bustocca, Gianpiero Reguzzoni: «Diventando soci, sia Lonate che Ferno potranno sfruttare i servizi in house. Come lo smaltimento di rifiuti tramite l’impianto di Neutalia, che permette di abbassare i costi senza dover affidare l’operazione a terzi tramite una gara». Non meno importante, il fatto che «potranno avere accesso a tutta una serie di sottoservizi già utilizzati dagli altri Comuni che fanno parte di Agesp (Busto su tutti, che possiede il 99,9% delle azioni)». Una nota poi sulla politica aziendale, che è paritaria. Infatti, ha detto, «non esistono soci di serie A o B, tutti vengono trattati alla stessa maniera». Fino al nodo focale della situazione: «Nessuno vuole ridurre il personale, tutt’altro. I dipendenti Sap hanno esperienza e conoscono il territorio. Questo è da considerare un vantaggio, che può portare a miglioramenti». Una posizione rafforzata dai «benefici economici del nostro contratto».

Il futuro di Sap

E di Sap cosa ne sarà? «Smetterà di esistere», ha sottolineato il direttore generale di Agesp, Gianfranco Carraro, e poi confermato dall’avvocato che si occupa dell’operazione Danilo Tassan Mazzocchi. Questo proprio perché si parla di un assorbimento, che implica il passaggio di tutti i servizi da una società all’altra. A dare un quadro dettagliato è stato proprio il direttore generale. Numeri, percentuali e attività svolte, da declinare poi nelle varie aziende che compongono la realtà bustocca. E ha aggiunto: «Parte un percorso non vincolante, che consentirà di mettere in campo i documenti che verranno vagliati dai consulenti, per verificare la fattibilità». In aula era presente anche Claudia Colombo, responsabile del settore Igiene Ambientale.

Lonate ha le idee chiare

Intanto, in casa a Lonate le idee sono ben a fuoco. Così l’assessore al Bilancio, Angelo Ferrario: «La fusione per incorporazione consentirebbe a Sap di ottenere delle economie di scala, per esempio con l’eliminazione del consiglio d’amministrazione e dei collegi sindacali». A dare man forte, il vantaggio di Neutalia per lo smaltimento rifiuti, «con costi di trasporto ridotti e prezzi di favore grazie alle tariffe agevolate». E ancora: «Pensiamo che crescere sia fondamentale per la società, diventando più efficienti e competitivi». Il pallino dei posti di lavoro ha avuto le garanzie che cercava: «Vogliamo mettere Sap in un porto sicuro».

La posizione della minoranza

Dal fronte del centrodestra, qualche dubbio resta. «Il giudizio su Agesp è sicuramente positivo. Ma non mi ha convinto la tempistica», ha sottolineato Mauro Andreoli. Già, perché «abbiamo licenziato il documento sulle partecipate il 29 novembre E già il 7 dicembre ci arrivava una lettera di Agesp: è poco credibile che non ci siano state interlocuzioni e precedenti. Speriamo di non rivedere lo stesso film già vissuto con l’Unione, dove gli attori erano gli stessi. Un percorso di fatto già deciso a priori, senza possibilità di dialogo e confronto». Di sicuro, ben accolta «la salvaguardia dei posti di lavoro». Mentre a impensierire ci sono le elezioni del 2022 di Ferno, col rischio che «possa in qualche modo incidere sul percorso, visto che si afferma che il tutto dovrebbe concludersi entro il primo semestre dell’anno».

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