Voto di scambio a Lonate: tutti assolti. Il giudice: “Manca il mafioso”

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LONATE POZZOLO – “Non è presente agli atti alcun accertamento giudiziale, nemmeno provvisorio, in ordine all’appartenenza dell’imputato (Cataldo Casoppero) alla consorteria mafiosa nel periodo di interesse, in cui si dipano l’odierna vicenda”.

L’assoluzione

Sono raccolte in una ventina di pagine le motivazioni della sentenza di assoluzione dell’ex sindaco di Lonate Pozzolo Danilo Rivolta, del re dei Caf Peppino Falvo, dell’ex assessore Francesca De Novara, di Salvatore De Novara e di Cataldo Casoppero, appunto. L’accusa aveva chiesto 5 anni per tutti salvo che per Francesca De Novara per la quale aveva chiesto una condanna a 4 anni. Il Gup ha pronunciato una sentenza di assoluzione per tutti gli imputati.

Le motivazioni

Lo scorso 28 febbraio, giorno della sentenza, il giudice contestualmente al dispositivo aveva rilevato che l’assoluzione teneva conto di un fattore temporale fondamentale. Sino al 18 aprile del 2014 la norma sul voto di scambio prevedeva che ad essere perseguito fosse soltanto il politico, il presunto esponente della criminalità organizzata non sarebbe invece stato indagato, e che il politico ricevesse anche del denaro. La norma cambiò proprio il 18 aprile del 2014, giorno in cui furono depositate, come impone la legge, le liste elettorali per le amministrative di Lonate Pozzolo. La “promessa” elettorale, quindi, era per forza antecedente il cambio legislativo (lo stesso rivolta parla di febbraio, marzo 2014) e non costituiva in quel momento un reato.

Nessun affiliato

Nelle motivazioni il Gup milanese Tiziana Gueli affronta anche il tema di un’eventuale riqualificazione del reato in concorso esterno. E qui il giudice spiega: “Dei soggetti e oggi imputati, l’unico ad avere a carico una sentenza per appartenenza ad associazione mafiosa, individuata nella locale di ‘ndrangheta Legnano-Lonate Pozzolo è Cataldo Casoppero. Oltre al fatto che si tratta di sentenza non definitiva, in quanto allo stato confermata in grado di appello, occorre osservare che la stessa attiene ad un periodo successivo ai fatti in esame collocati nel febbraio, marzo 2014. Nell’imputazione avanti al Gip di Milano il reato associativo è indicato dal 2015 sino al 22 gennaio 2020, accertato sino al 5 aprile 2019 e permanente al primo ottobre 2019. La difesa (rappresentata dall’avvocato Alberto Arrigoni) ha comunque evidenziato che la partecipazione addebitata nello specifico a Casoppero riguarda gli anni 2017 a seguire. Non è presente agli atti alcun accertamento giudiziale, nemmeno provvisorio, in ordine all’appartenenza dell’imputato alla consorteria mafiosa nel periodo di interesse, in cui si dipano l’odierna vicenda“.

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