Lotta ai rifiuti abbandonati. Brebbia: «Il territorio di Sumirago è monitorato»

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SUMIRAGO – «Con diciotto telecamere, e tre di lettura delle targhe, la maggior parte del territorio è monitorata». Così Filippo Brebbia, comandante della polizia locale di Sumirago, ha descritto alcuni dei mezzi usati per contrastare l’abbandono dei rifiuti nel Comune. Ieri, sabato 12 gennaio, il commissario capo, insieme a Fortunato Denti, consigliere comunale di “Cittadini per Sumirago” con delega ai Lavori pubblici, ha incontrato la stampa a Villa Molino, sede del municipio, per illustrare gli ultimi sviluppi nella lotta al fenomeno.

Il problema riguarda soprattutto i boschi

«Un territorio esteso come quello di Sumirago si presta a questo fenomeno, che spesso e volentieri assume dimensioni non indifferenti. Nello specifico, i rifiuti a bordo strada sono assimilabili a quelli urbani, mentre il problema riguarda le aree boschive, quando non vengono addirittura gettati nel laghetto di Menzago. Se ne possono trovare di ogni tipo, anche da attività di demolizione come laterizi, cartongesso, perfino eternit. Quando non c’è visione o testimonianza diretta dell’esecutore materiale, ci dobbiamo basare su quello che c’è nel sacco. Ma, se venisse fatto un ricorso, la Provincia li accoglierebbe tutti. Infatti le sanzioni che vengono inflitte, di carattere pecuniario e corrispondenti a una violazione amministrativa, devono essere versate a lei, che è autorità competente per eventuali contestazioni. Se non ha elementi probanti per avvalorare che quello che diciamo noi è l’esecutore materiale, archivia. È diverso se i materiali provengono dall’attività di una ditta o un artigiano. In tal caso si configura un reato ed è possibile compiere indagini»

Le fototrappole

«Nel 2018 abbiamo trovato una quantità notevole di rifiuti a Quinzano e in un anno abbiamo assicurato alla giustizia i responsabili. Abbiamo invece rilevato un nuovo abbandono il 7 gennaio ad Albusciago. In questi casi non ci limitiamo alla rimozione, ma cerchiamo di risalire a chi è stato.
La scorsa primavera ci siamo dotati, comprandole con avanzi di cassa del settore, di alcune fototrappole, posizionate nei punti dove più spesso vengono abbandonati i rifiuti. Alcune sono vicino al cimitero di Sumirago, ma passano diverse macchine e la batteria si scarica facilmente. Inoltre in inverno, essendoci meno vegetazione, sono più esposte a essere distrutte. In altri casi però ci hanno  aiutato, perché l’intenzione di risalire al responsabile c’è sempre».

Creare punti luce

Come ha aggiunto Denti, «a monte si aggiunge una grossa burocrazia e costi di smaltimento, senza dimenticare un consistente investimento di energie da parte dell’ufficio tecnico. Per un territorio con tanti boschi e strade secondarie, che sono le più colpite, ora è in corso anche un progetto di implementazione dell’illuminazione pubblica, con la creazione di un numero maggiore di punti luce». A riguardo Brebbia ha precisato: «Ci sono diciotto telecamere e tre di lettura delle targhe, la maggior parte del territorio è monitorata. Ma non basta individuare l’esecutore materiale bensì, se possibile, risalire al potenziale produttore, per capire da dove arrivano i materiali. Se non si tratta di residenti in zona diventa complicato, occorre chiedere la collaborazione di altri comandi. Quando però si sparge la voce che c’è un’attività di contrasto e istruttoria, il fenomeno tende a diminuire. È auspicabile una maggiore collaborazione della cittadinanza: capisco il lamentarsi se si vedono i rifiuti, ma segnalarli tempestivamente aiuterebbe molto nel contrastare il fenomeno, è un forte deterrente».

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