Luca Conte non si candida e il Pd di Varese perde il suo “guardiano” in consiglio

Varese Luca Conte Pd

VARESE – Più che le presenze, a fare notizia nella lista del Partito Democratico, sono le assenze. O meglio il passo indietro di Luca Conte dopo 10 anni in consiglio comunale: 5 tra i banchi dell’opposizione e 5 (gli ultimi) tra le fila della maggioranza Galimberti e nel ruolo di capogruppo dei dem. Un cammino a Palazzo Estense caratterizzato anche dalla sua partecipazione alla Commissione Bilancio e commercio: prima come semplice membro e in questo mandato in veste di presidente.

«Ma – spiega subito Luca Conte – la scelta di non candidarmi ha solo motivazioni personali e di lavoro. Perché il mio giudizio sull’amministrazione di centrosinistra è molto positivo: in questi cinque anni abbiamo tolto Varese dall’immobilismo in cui la città è rimasta per troppo tempo».

Il pastore del bernese

Luca Conte nel 2016 è stato eletto con circa 250 preferenze. E la sua presenza in consiglio si è rivelata preziosa nella conduzione del gruppo Pd e di tutta la maggioranza. Tanto da essere definito il “pastore del bernese”. «E’ vero – dice – è stato il leghista Marco Pinti a definirmi così». E il perché è semplice: attento ai numeri e ai movimenti dei consiglieri durante il consiglio. Se al momento del voto mancava qualcuno, era Luca Conte, “il guardiano”, che andava a recuperare il consigliere fuori dall’aula. E anche i “mal di pancia” spesso sono stati chetati dalla sua capacità di ascolto e mediazione.

Insomma una perdita di peso nell’economia politica del gruppo. «Non mi candido, ma non mi allontano dalla politica. E continuerò a sostenere il Partito Democratico, la coalizione, il nostro candidato, che sono certo sarà ancora sindaco». Conte traccia anche un bilancio di questi cinque, anzi dieci anni: «Tanto lavoro. Da consigliere di opposizione ho visto un’amministrazione concentrata nel portare avanti l’odrinaria amministrazione. Con Galimberti abbiamo ragionato sulla visione intera della città. La dimostrazione sono i tanti e importanti cantieri aperti. Un cambio di marcia notato dai varesini, anche da quelli che hanno una sensibilità politica differente dalla nostra. Abbiamo impostato un lavoro che nei prossimi cinque anni potremo portare a termine e mostrare in maniera concreta la nostra visione della città».