Lo juventinologo per eccellenza, Luca Fausto Momblano, ha ricostruito le dinamiche in casa Juve in vista della ripartenza del campionato e della Champions League con un occhio al mercato che verrà.
Scusi Momblano, partiamo dal 3 giugno, sconfitta a Cardiff nella finale di Champions. Che pensieri ha oggi nella ricorrenza di quella partita?
Ci stavo pensando proprio stamattina 5 minuti prima della telefonata. Il 3 giugno per me è una data particolare per tante ricorrenze. Prima che dell’aspetto sportivo, ho pensato a piazza San Carlo. Non ho pensato alla partita, anche perché per come la si è persa, è quella su cui c’è meno da recriminare. Ciò che accadde in piazza San Carlo, per me poi che sono di Torino, ha avuto una certa importanza e impatto.
Che Juve ritroveremo alla ripresa del campionato?
Se già prima la Juve era un fortino, adesso lo è ancora di più, perché questa situazione sanitaria ha alzato ulteriormente la cortina.
Dire oggi come stanno lavorando è molto complicato. La parte più difficile è stata senza dubbio quella mentale: convincere gli atleti che c’è ancora qualcosa da conquistare. Un lavoro a livello motivazionale complesso anche perché qualcuno, vista la situazione, aveva anche staccato la spina. È stata fatta un’opera incisiva da parte della società. Per riconnettere la squadra dal punto di vista mentale è stato fatto dalla dirigenza un grande lavoro, soprattutto da parte di Pavel Nedved.
Siete favoriti contro la Lazio grazie alla rosa più lunga?
La premessa è che la formula è un terno al lotto per tutti perché ora riparte una nuova stagione. La Juve oggi, però, secondo me è ancora più favorita di prima. Dovesse vincere la Lazio, complimenti a loro, perché avrebbero fatto un doppio capolavoro: prima restando a un solo punto dalla Juve e poi superandola. Anche il fatto di non avere la Champions tra i piedi è un vantaggio indubbio. La Juve ha una rosa superiore, con giocatori più abituati a giocare partite pesanti.
A livello politico come sono i rapporti tra Juve e Lazio?
Da quello che so io, ci sono anche rapporti informali. Agnelli è sufficientemente scaltro e intelligente da sapersi conformare con gli interlocutori che ha di fronte. Senza più Marotta, questo ruolo di tessitore lo stava svolgendo proprio Agnelli che è bravo a capire che bisogna parlare lingue diverse a seconda di chi hai di fronte. Non penso ci sia un rapporto diverso che con De Laurentiis o Commisso. Rapporti certamente non tesi. Diversa è invece la situazione con Marotta.
Mercato che verrà: come sarà per la Juve?
Ci sono ancora tre risultati sportivi da raggiungere e un bilancio ancora da definire. Questo è peraltro un mercato lungo 4 mesi. C’è quindi un lungo margine di manovra e può succedere di tutto. La mia impressione è che quest’anno per avere ingaggi da 7 milioni in su, servirà che Paratici faccia una campagna cessioni diversa dall’anno scorso, ma c’è spazio comunque per uno che risponda a questi parametri. Le altre operazioni saranno tutte con giocatori che guadagnano sotto i 3-4 milioni annui, ma la prospettiva è vasta anche con questo range. Più che sui cartellini la Juve lavorerà sul monte ingaggi e quindi si punterà alla cessione di giocatori come Higuain, Rabiot, Kedira, andando su giocatori più funzionali nel rapporto tra rendimento e ingaggio.
Tonali è già scappato o resta ancora un obiettivo della Juve?
È un giocatore che piace. Da quello che dicono dall’entourage di Tonali direi di sì. L’Inter è pronta da settimane a formalizzare un’offerta ufficiale al Brescia. Se sapremo il futuro di Tonali entro un mese è perché va all’Inter, altrimenti la porta resta aperta e allora dipende da ciò che decide di fare la Juve.
Il grande colpo della Juve dove sarà?
A centrocampo. In avanti si può pescare tra diverse opzioni. Se Higuain andrà via ne restano due. La Juve farà due attaccanti diversi. Un attaccante più esterno e un centrale ma si può pescare bene anche con cifre che non superano i 7 annui di ingaggio. In un mondo normale il colpo sarebbe Pogba. Arthur piace molto però era condizionato al presupposto che Pjanic e Barcellona avessero un accordo e dunque trovare qualcosa da quelle parti che potesse soddisfare anche la Juve. Ma in una dimensione astratta Arthur in una lista di preferenza è al quinto o sesto posto.
Davanti come si muoverà la società?
Tra i centrali, se la Juve potesse sceglierebbe Gabriel Jesus che è sul mercato. Sugli attaccanti più defilati piacciono Chiesa e Boga che non disturbano le gerarchie e che possono crescere tranquillamente. Secondo me la Juve non cerca il profilo tecnico alla Milik: lo puoi fare se è un’opportunità, altrimenti non è il primo obiettivo.
Pjanic andrà via?
Vuole andare a Barcellona, ma Arthur non ci sente all’idea di andare alla Juve. Vuole restare lì. Ora è tutto più complicato. La Juve ha sofferto la gestione di giocatori forti trentenni. Vidal e Rakitic ad esempio non interessano. Pjanic al Barcellona è un’operazione molto salda.
Oggi si è parlato di maxi scambio tra Juve e Roma?
Quel maxi scambio, per come inteso, mi sembra una cosa carnevalesca. Bernardeschi a Roma la cancellerei come ipotesi ad esempio. Se dovesse scegliere di andare via, dopo la Juve accetterebbe solo l’estero. Cristante e Mandragora può avere un senso. Zaniolo piace tantissimo, si sa. Kluivert può piacere a Sarri. La Juve però preferirebbe parlare di Zaniolo tra un anno e non oggi. Penso che quest’anno difficilmente Zaniolo si sposti.
Sarri resta o va via?
Secondo me oggi la società è concentrata prima sul portare a casa gli obiettivi sportivi. I conti quest’anno saranno più complicati. Quello che gli farebbe perdere terra sotto i piedi è l’esito delle due competizioni più importanti: non dovesse passare con il Lione o non dovesse vincere il campionato si complicherebbe tutto. Me poi dipende molto anche da tutto ciò che offre il mercato internazionale.