Lutto a Legnano per la scomparsa di don Carlo Galli, cittadino benemerito nel 2011

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LEGNANO – Il sindaco di Legnano, Lorenzo Radice, e tutta la giunta comunale esprimono «il più profondo cordoglio» per la scomparsa di don Carlo Galli (nella foto), nato nel 1937, parroco di San Magno dal 1998 al 2013 e cittadino benemerito nel 2011.

Radice: «Città profondamente riconoscente»

«Nei 15 anni di generoso servizio pastorale reso alla Chiesa legnanese e alla comunità cittadina – ricorda oggi, martedì 4 ottobre, il sindaco – don Carlo ha rappresentato un riferimento autorevole per molti. Lo è stato per me che, come molti giovani che si avvicinavano alla politica a quel tempo, mi sono formato anche grazie ai suoi insegnamenti e al suo esempio. Lo è stato ancora in seguito quando, da consigliere comunale, ho collaborato con lui per organizzare incontri sulla legalità diretti ai giovani che hanno visto presenze prestigiose in città, come Nando Dalla Chiesa e don Luigi Ciotti.

«Ma i contatti con don Carlo non si sono interrotti neanche quando il suo servizio pastorale in città è cessato, e penso alle tante e proficue occasioni di riflessione sugli argomenti capitali trattati nelle encicliche. Sono certo di farmi interprete di tutta la comunità legnanese – conclude Radice – nel rivolgere a don Carlo un pensiero di profonda riconoscenza per quanto ha fatto e rappresentato per la nostra città».

Polis: «Ha aperto la Chiesa legnanese al mondo»

Anche l’associazione Polis piange la morte di monsignor Carlo Galli. «Per molti di noi – osserva – è stato un sicuro punto di riferimento e per tutti un esempio di fedeltà al Vangelo. Ci ha lasciato nel giorno di San Francesco, una coincidenza che esalta la vicinanza agli ultimi che ha caratterizzato il ministero sacerdotale di don Carlo. A lui si deve l’ideazione delle riuscite Cattedre delle religioni e dei non credenti, iniziative culturali che hanno contribuito ad aprire la Chiesa legnanese al mondo».

Anpi: «Attento alla storia della Resistenza»

«Le più sentite condoglianze» alla famiglia e alla Parrocchia di San Magno dalla sezione Anpi Legnano. «Ricorderemo monsignore – scrivono il presidente Primo Minelli e il presidente onorario Luigi Botta – per la sua sensibilità sociale e per l’attenzione alla storia della Resistenza legnanese e nazionale. Un ricordo particolare la sua partecipazione alla visita sul luogo dove fu fucilato il partigiano cattolico Giuseppe Bollini, dedicandogli successivamente una sala della parrocchia. Cosi come lo ricorderemo partecipe alle manifestazioni del 25 Aprile nella nostra città».

Forte: «Con lui tanti incontri illuminanti»

Questo invece il ricordo di don Galli del presidente della Fondazione Comunitaria Ticino Olona, Salvatore Forte, che si è detto «molto colpito e rattristato» per la notizia della sua scomparsa:

C’è stato un tempo che, andando al lavoro, di mattina presto, entravo, tutte le volte che potevo, nella Basilica di San Magno dove m’incontravo con don Carlo che era seduto in una cappella di sinistra con il suo breviario e intercalava la preghiera con l’ascolto e il dialogo con i suoi parrocchiani. Io non ero un suo parrocchiano, ci eravamo conosciuti nelle sedi istituzionali e si era creata un’abitudine alla frequenza che si è protratta fino ai giorni d’oggi.

In quelle lontane mattine parlavamo di molte cose, materiali e immateriali, dei dubbi che, come cristiano, io spesso avvertivo, della società civile e anche della Politica (che immaginavamo con la P maiuscola) perché la politica, come la religione, si occupa (o dovrebbe occuparsi) prioritariamente dell’uomo e della sua dignità. Le sue riflessioni, i suoi consigli, le sue sentenze, mai categoriche, erano sempre ispirate dalla Sapienza e dalla speranza in un tempo nuovo e migliore. Quegli incontri sono stati illuminanti e credo mi abbiano reso più consapevole del chi volevo essere.

Non ho ricordi del monsignore quotidiano, gestore della macchina complessa che è una comunità parrocchiale, ma ho buona esperienza del monsignore organizzatore di eventi che richiamavano tantissimi cittadini e che avevano risonanza anche fuori Legnano. Ricordo, per essere stato uno dei componenti i comitati organizzativi, la “Cattedra dei non credenti” e il “Dialogo tra le religioni monoteistiche”. Eventi che riempivano l’aula magna del Liceo Galilei e che toccavano i grandi temi dell’essere e del come essere cristiano e dell’importanza che le religioni monoteistiche dialoghino tra di esse affinché ognuno si arricchisca anche grazie alla diversità dell’altro.

Negli ultimi tempi, in quel di Sant’Alessandro a Gallarate, pur sofferente per alcune patologie, manteneva una lucidità integra, un amore per gli altri e la convinzione che “il raccontare sapiente è fondamento di cultura…”.

I suoi insegnamenti possono aiutare tutti noi, che oggi ci sentiamo un po’ orfani, a cercare di essere migliori nel suo nome.

Salvatore Forte

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