M24 TV – Lo Stato ha risarcito il danno. “In carcere da innocente. Ho riavuto dignità”

LONATE POZZOLO – «Da due notti sono tornato a dormire. Adesso tutti sanno che sono stato arrestato e detenuto in carcere per 5 mesi (altri due ai domiciliari) da innocente. Lo sanno anche coloro che anche dopo l’assoluzione con formula piena si sono allontanati». Lo sanno tutti perché la storia di Erminio Diodato, imprenditore vergiatese, ospite negli studi di M24 TV con l’avvocato Daniele Galati che lo ha seguito passo a passo in questo calvario, ha letteralmente fatto il giro d’Italia.

L’intervista integrale

Diodato fu arrestato da innocente nel luglio 2020 con l’accusa di detenzione ai fini di spaccio. La polizia, dopo una chiamata anonima, trovò della cocaina in un deposito della sua azienda. Solo che la droga apparteneva a un 43ene albanese che ogni tanto utilizzava lo stesso deposito. «Dissi subito che ero innocente, non chiamai nemmeno un avvocato: non sapevo niente della droga. Era una cosa surreale». Che la droga non era dell’imprenditore ma solo sua lo disse subito anche il 43enne. Niente da fare: 5 mesi in carcere, due ai domiciliari. Poi l’assoluzione nel giugno del 2021 con formula ampissima. Ma ancora non bastava: «Il tarlo di non essere comunque creduto. La paura del giudizio degli altri – racconta Diodato – Mi svegliavo di notte con le immagini del carcere, un luogo duro. Ancora più duro per chi è lì sapendo di essere innocente, sapendo di non aver fatto niente. E poi ancora la paura di essere trattato da pregiudicato nonostante tutto (Diodato è incensurato, ovviamente) anche solo ad un controllo della polizia. Non mi abbandonava mai».

Vincerò questa sfida

Poi, poche settimane fa, è arrivato il risarcimento da 60mila euro per ingiusta detenzione. «Lo Stato ha sbagliato – racconta l’avvocato Galati – Ha ammesso lo sbaglio e ha risarcito per quanto accaduto al mio assistito. Per evitare errori così gravi basterebbe seguire la norma che impone al Pm di trasmettere tutti gli atti di indagine, che siano contro o pro reo, al giudice». Ora Diodato ha, come dice lui, recuperato la sua dignità: tutti sanno che non ha fatto nulla e che lo sbaglio è stato commesso altro. Nel frattempo l’imprenditore ha perso tutto: a cominciare dall’azienda con un fatturato da 240mila l’anno e sei dipendenti. «La ditta esiste ancora – spiega – Adesso lavoro come prestatore d’opera a Novara, un lavoro pesante. Ma questa è la mia terza sfida: a 60 anni è dura ricominciare da zero, è in salita, ma io voglio e devo farcela». Di tutto questo, e di molto altro, Diodato e Galati, parlano nella nostra intervista TV.

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