Maggioni (Pd-M5S-Verdi): «L’uomo da battere è Antonelli, non Farioli»

BUSTO ARSIZIO – Saranno quattro le liste che sosterranno la candidatura a sindaco di Maurizio Maggioni: quella del Partito Democratico, quella dei Cinque stelle, quella dei Verdi e una civica. «Quest’ultima – spiega il candidato dem – vorrei chiuderla già nei prossimi giorni. La ritengo importante nell’economia della coalizione, poiché fatta da persone delle società civile, lontane dalla politica, ma che potrebbero contribuire a ricostruire la fiducia nella buona politica».

Una colazione che si è allargata di colpo con il patto stretto insieme a Cinque Stelle e Verdi. Certo ci sono ancora aspetti su cui lavorare, tasselli da sistemare, ma il quadro è pressoché definito. tanto che Maggioni approfondisce le ragioni che hanno portato a questo “matrimonio tardivo” e fissa l’obiettivo: ridurre il consenso della destra e portare il sindaco uscente Emanuele Antonelli al ballottaggio.

Maurizio Maggioni, perché l’alleanza Pd – Cinque Stelle e Verdi si è concretizzata solo al fotofinish e dopo chiusure, da una parte e dell’altra, che sembravano definitive? 
«Perché la situazione è cambiata. All’inizio c’erano due candidature, la mia e quella di Amanda Ferrario. E ognuno, diciamo, era geloso della propria. In quel momento non c’era lo spazio per aprire e far crescere un dialogo. Con il passo indietro di Amanda quello spazio si è creato».

D’accordo la difesa del proprio candidato, ma anche su temi importanti non si può dire che ci fosse feeling. Invece ora? 
«Non nego con la presentazione di Amanda Ferrario avvenne con prese di posizioni molti forte da parte dei Cinque stelle su Accam e ospedale unico. Però anche qui le cose sono cambiate. Oggi con il percorso che la società che gestisce l’inceneritore ha intrapreso, la posizione “no Accam” credo sia venuta a cadere. Infatti, con Cinque e stelle e Verdi stiamo ragionando sempre sul futuro dell’impianto e sempre sulla chiusura il prima possibile. Però, appunto il quadro sul tema non più chiudere subito come lo era invece in questi giorni».

Insomma, un’alleanza più dettata dalle circostanze che dalla convinzione politica, o ci sbagliamo?
«Guardi, il primo ad avere aperto la strada al dialogo sono stato io. L’ho proposto in maniera trasparente con un comunicato stampa. E l’ho fatto nel momento in cui ho visto le condizioni e la possibilità di arrivare al risultato».

Comunque dopo la scelta Farioli. Quando ha pesato, seppur in maniera indiretta, la corsa “fuori dal centrodestra” dell’ex sindaco di Busto? 
«I tempi dicono che l’alleanza Pd – Cinque stelle – Verdi arriva dopo la scelta Farioli. Che in parte può aver mosso tutta una serie di considerazioni. Ma mi creda, con l’uscita di scena di Amanda Ferrario, saremmo comunque arrivati qui. Di questo ne sono convinto».

Quanto pensa possa influire, in maniera negativa, sul vostro elettorato, l’alleanza i Cinque stelle, una forza considerata populista? 
«Guardi a dir la verità noi ci siamo alleati con una forza di governo. A Roma con Draghi ci sono il Pd, i Cinque stelle, Italia viva, Forza Italia e la Lega. Semmai è vero il contrario. Tocca alle forze di centrodestra spiegare semmai perché qui a Busto sostengono un sindaco che appartiene all’unica forza non governativa. E aggiungo che è proprio la nostra alleanza a mettere a nudo questo aspetto politico».

Qualche calcolo l’avrete pur fatto: con Farioli il centrodestra ha comunque perso un “tot” dell’ampio margine di vantaggio. Quanto ritiene possibile l’obiettivo ballottaggio?
«Non saprei. E’ chiaro che ci giocheremo tutte le nostre carte. E che la nostra campagna elettorale non sarà impostata per contrastare Farioli. L’uomo da battere è Emanuele Antonelli e questo centrodestra che anche qui a Busto ora è sempre meno centro e più destra. E per farlo dobbiamo ridurre il consenso».

Se dovesse arrivare al ballottaggio aprirebbe il dialogo con Gigi Farioli? E lo appoggerebbe nel momento in cui al secondo turno ci fosse l’ex sindaco a sfidare Antonelli?
«Prima dobbiamo arrivarci. Dopo di che dovrò parlare con tutta la coalizione. Portando la mia posizione. Ovvero, qualora si dovesse verificare una delle due condizioni illustrate nella domanda, dirò che se l’obiettivo resta quello di sconfiggere la destra ci sarebbe una sola strada. Difficilissima da percorrere, poiché è evidente che si perderebbe una parte di elettorato, il che però non significa impossibile».