Somma, la spiaggia Fogador è fuori controllo. Tra sacchi di rifiuti e anarchia

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SOMMA LOMBARDO – «Bevono, si ubriacano e fanno risse: ora è il momento di finirla». Lapidario il consigliere di minoranza Alberto Nervo, unico esponente di SommaSì, che senza giri di parole pone l’accento sulle condizioni in cui versa la spiaggia del Fogador, «ormai praticamente occupata da gruppi di latino-americani che si sono trasferiti lì». All’interno del Parco del Ticino, l’area è di proprietà di privati ma l’accesso è pubblico. E proprio a loro – ma anche all’amministrazione comunale – si rivolge Nervo: «È necessario effettuare più controlli». A rincarare la dose, le non poche lamentele che sono apparse anche sui social, a testimonianza dei numerosi sacchi pieni di rifiuti che si accumulano in un angolo. E che ormai hanno aperto un vero e proprio dibattito che porta una domanda comune: come risolvere la questione?

«Più sicurezza»

alberto nervo lega maroniLa piccola spiaggia di Maddalena è da sempre un punto di riferimento per i turisti locali che, in particolare nei periodi estivi, colgono l’occasione per godersi quel piccolo angolo di paradiso sulle rive del Ticino. L’unica, oltretutto, insieme a un altro orgoglio cittadino, ovvero la spiaggia Canottieri. Ma la situazione, oggi, sembra essere ben diversa in questo caso. «È un fatto di sicurezza», precisa l’esponente di SommaSì. «In passato, questi gruppi di persone si comportavano nello stesso modo alla Melissa di Golasecca». Al punto che «era dovuto intervenire il Comune per mandarli via. E oggi si sono trasferiti al Fogador».
A Maddalena intervenire è più difficile, perché trattandosi di una proprietà privata l’amministrazione comunale ha poche frecce al suo arco. «Però è indispensabile che si faccia qualcosa, come effettuare controlli da parte della polizia locale e rimettere a posto l’area». Sì, perché «è pur sempre nel territorio di Somma Lombardo e non possiamo permettere che venga così abbandonata a se stessa». Non solo: «Di fronte a scene in cui queste persone, ubriache, si picchiano, le famiglie si spaventano e se ne vanno».

I rifiuti accumulati

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Oltre alla questione sicurezza, non mancano le lamentele sul degrado. Il riferimento va, in particolare all’ex chiosco, ormai completamente lasciato andare dopo il triplice omicidio di Sant’Agnese nel 2005, come testimonia la vegetazione che ha preso piede intorno alla fatiscente struttura. E che ormai è stato circondato da numerosi sacchi pieni di rifiuti, rendendo quel tratto di spiaggia molto simile a una discarica a cielo aperto. In questo senso, di recente, non sono mancati gli incontri tra l’amministrazione del sindaco Stefano Bellaria e i proprietari. In passato il Comune ha provato a più riprese ad acquisire l’area, senza però trovare mai un accordo. L’obiettivo era – ed è – recuperare un’area che ha tutto il potenziale per tornare a essere quel bel posto immerso nel verde del Parco del Ticino. E molto caro ai sommesi da generazioni.

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