MALPENSA – «L’emendamento del Governo, recentemente approvato, e relativo a un progetto di legge che peraltro non c’entra nulla con Malpensa, non può in alcun modo aggirare quanto deciso dalla Commissione del Ministero dell’Ambiente». A dirlo è il consigliere regionale del Movimento5Stelle, Paola Pizzighini, stroncando il famoso “decreto Malpensa” approvato martedì alla Camera dei deputati che avrebbe il potere di rimettere in discussione la bocciatura del Masterplan Malpensa da parte del ministero dell’Ambiente nella parte relativa all’ampliamento di Cargo city oltre l’attuale sedime aeroportuale.
La retorica dell’emendamento
L’esponente del M5S Lombardia ricorda che è stata una Commissione indipendente «a stabilire in modo chiaro e inequivocabile che la brughiera, dato il pregio naturalistico, non può essere cementificata per ampliare l’aeroporto». Secondo Pizzighini, «l’emendamento approvato, a livello legislativo, altro non è se non una supplica alla Commissione del Ministero dell’Ambiente affinché si rimangi la parola. Il punto è che non si capisce a che titolo dovrebbe farlo. Il nostro ordinamento preveda tale possibilità solo in determinati casi: 1) quando si verifica un mutamento radicale della situazione di fatto e qui non è cambiato nulla; 2) quando sopravvengono motivi di pubblica utilità e urgenza. Caratteristiche che Malpensa ha sempre avuto e che quindi il Ministero dell’Ambiente aveva già valutato e soppesato. Come sempre, dietro la retorica dell’annuncio c’è il nulla».
Vincoli ambientali
La grillina ricorda peraltro che solamente ieri, rispondendo a una sua interrogazione sul tema, «Regione Lombardia ha chiarito che l’iter che prevede vincoli ambientali rafforzati sulla brughiera, sta procedendo nei tempi previsti». Un iter che consentirebbe alla parte naturalistica di Lonate Pozzolo di diventare Sic (Sito di interesse comunitario) e che «noi continueremo a sollecitare, perché riteniamo che il potenziamento dell’area cargo, cioè movimentazione merci, di Malpensa può avvenire sul sedime esistente, quindi senza consumo di suolo e devastazione di un’area naturalistica».