Malpensa, la Regione sta a guardare

regione malpensa territorio

Quante volte è stata ribadita l’urgenza che il territorio attorno a Malpensa debba crescere in scia a una programmazione complessiva, che eviti un’urbanizzazione selvaggia e un disordine generalizzato? In questi ultimi tempi, se n’è parlato in lungo e in largo. Obiettivo: il cosiddetto piano d’area dell’aeroporto, programmazione scaduta nel 2009 e mai ripresa con i dovuti aggiustamenti. Esigenza, questa delle linee di indirizzo urbanistico, che si ripropone alla luce delle ultime novità, a cominciare dall’ipotizzato centro commerciale e terziario a ridosso dell’ingresso del terminal 1, nel perimetro del Comune di Vizzola Ticino, fino agli insediamenti per i cargo e per la serie di servizi logistici proposti da alcune compagnie aeree, easyjet in testa a tutte.

Uno sviluppo che si mette in scia alla veloce crescita del traffico aereo e alla ritrovata centralità di Malpensa. Che richiede un’attenzione particolare, sia per quanto riguarda i futuri edifici che le faranno cornice, sinonimo di altro cemento, sia per la viabilità, già oggi congestionata e inadeguata alle esigenze di uno scalo internazionale, prossimo a ridiventare un hub. Senza dimenticare i progetti ferroviari che, comunque sia, impatteranno seriamente sul contesto ambientale.

I sindaci del Cuv, il cosiddetto consorzio urbanistico volontario che riunisce i Comuni del sedime aeroportuale, di recente hanno sollecitato la Regione a farsi carico di un tavolo di concertazione per avviare lo studio del nuovo piano d’area. Richiesta peraltro ancora senza una risposta ufficiale di Palazzo Lombardia o, quanto meno, mai resa pubblica, se nell’eventualità ci fosse un risposta. Sindaci giustamente preoccupati del futuro dei loro paesi, che convivono già con Malpensa ma al prezzo di molti disagi ritenuti superiori ai benefici che derivano dalla presenza dello scalo. Sindaci che, a dire il vero, faticano a dialogare tra di loro. Tant’è che alcuni di loro sono stati sorpresi dalla notizia che Vizzola Ticino potrebbe ospitare un insediamento commerciale di vaste proporzioni, foriero di posti di lavoro ma anche e soprattutto di ulteriori traffico e inquinamento. Ciò a dire, che al di là delle buone intenzioni di unità, ciascuno finisce per pensare al proprio orticello.

Mai come in questo frangente serve un documento unitario che superi le pur legittime aspettative di ogni Comune (quanto comporterà in oneri di urbanizzazione un centro commerciale?), ordinando gli interventi secondo una logica complessiva, che tenga conto delle esigenze di ciascuno ma con uno sguardo più ampio, appunto territoriale.

L’incombenza di gestire questa importante e decisiva partita programmatoria spetta alla Regione, a chi se no? Palazzo Lombardia non può restare con le mani in mano, evitando di calarsi fattivamente nel problema. Del resto, Malpensa è parte integrante del Parco del Ticino, ente che fa capo alla stessa Regione e che ha come mission la tutela del patrimonio naturalistico contiguo al Fiume Azzurro. Con quanto gira attorno allo scalo, la tutela ambientale è però puramente virtuale. E che Malpensa sia compresa nel Parco del Ticino è soltanto uno dei tanti paradossi italiani, che generano ilarità o sconforto.

Si provi quanto meno a limitare i danni, studiando indirizzi che scongiurino il defualt territoriale, come invece sta accadendo. Vogliamo dire, la Regione non ha scuse, non può stare a guardare: l’area attorno all’aeroporto richiede rispetto a attenzione. Non è sufficiente proclamare che Malpensa è una risorsa; bisogna anche che lo sia nei fatti. Primo fra tutti: la salvaguardia territoriale.

Regione malpensa territorio – MALPENSA24