Masterplan Malpensa, Unicomal: «Dal ministero silenzio imbarazzante»

Malpensa convegno no masterplan

MALPENSA – Un mese esatto fa al Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica è stata convocata la Commissione Tecnica di Valutazione Ambientale con all’ordine del giorno il Masterplan Malpensa 2035. Secondo voci di corridoio, i tecnici avrebbero dato il via libera al Piano di sviluppo dell’aeroporto ma con riserve stringenti sull’espansione dell’area cargo. Ma di ufficiale non c’è ancora nulla e i Unicomal va all’attacco, parlando di silenzio «imbarazzante e omertoso»

Poca trasparenza 

L’unione dei comitati anti-Malpensa sottolinea che è passato un mese dal lavoro svolto e sul sito istituzionale del Ministero dell’Ambiente non compare né il verbale dei lavori, né l’esito finale, né le motivazioni di tale esito. «Troviamo che questo silenzio – dice il portavoce Unicomal Massimo Uboldi – sia imbarazzante e poco trasparente nei confronti di cittadini, associazioni, comitati e pubbliche amministrazioni che hanno contribuito con le loro osservazioni al miglioramento e alla critica del Masterplan 2035, oltretutto obsoleto e già superato dai tempi». 

Il ruolo dei sindaci 

Unicomal non si stupisce nemmeno dell’atteggiamento dei nove sindaci del Cuv, «sottoscrittori dell’ accordo di programma siglato con Regione Lombardia  senza neppure la consultazione de propri Consigli Comunali, approvando in questo modo l’espansione della Cargo City di  44 ettari, la distruzione di una grande superficie di Brughiera all’interno del Parco Ticino e bypassando i doveri istituzionali stabiliti per legge della nostra Repubblica». E aggiunge: «Non risulta neppure che questi amministratori si siano fatti promotori verso il Ministero dell’Ambiente dell’esito dei lavori di tale Commissione, per poi informare in maniera tempestiva la cittadinanza sul futuro di questo importante parte di territorio».

Il precedente 

Gli ambientalisti non vorrebbero che si ripetesse lo scenario di 24 anni fa, con l’avvio di Malpensa 2000. «Anche in quell’occasione il Ministero dell’Ambiente pronunciò il parere negativo di compatibilità ambientale di concerto con il Ministero dei Beni Culturali. Ma la realizzazione  di tale progetto aeroportuale  avvenne comunque, con tutti i problemi derivanti che oggi  pesano sul territorio e ciò a causa di un Dpcm dell’allora Presidente del Consiglio, che ancora oggi viene ricordato come “Decreto D’Alema” e che ha consentito il concretizzarsi di questa molto discutibile opera pubblica senza compatibilità ambientale».

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