Molestie sessuali a una hostess di Malpensa: sindacalista Cisl a processo

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MALPENSA – Quelle mani poggiate sulle spalle per scacciare una presunta tensione sono state soltanto l’inizio di una serie di avance che la vittima, una hostess in servizio a Malpensa, ha poi descritto ai carabinieri in fase di denuncia, come pesantissime. Sul banco degli imputati, dopo il rinvio a giudizio deciso dal gup di Busto Arsizio, il 16 prossimo 16 giugno siederà un sindacalista della Fit Cisl accusato di violenza sessuale nei confronti di un’assistente di volo.

Aggressioni e intimidazioni sessuali

Alla denuncia hanno fatto seguito le testimonianze di altre colleghe della vittima: una delle hostess ha dichiarato che il collega di volo le aveva addirittura appoggiato le mani in mezzo alle gambe in un approccio molto aggressivo. Il sostituto procuratore di Busto Arsizio Rossella Incardona che ha coordinato le indagini le ha messe tutte in fila, una dopo l’altra depositando infine la richiesta di rinvio a giudizio. Stando a quanto ricostruito, la prima hostess si era rivolta al sindacalista motivata ad aprire una vertenza nei confronti della società per la quale lavorava che, a suo dire, le negava diritti fondamentali. In particolare dopo la seconda gravidanza della donna. Motivata a dare battaglia la hostess aveva lasciato il sindacato autonomo Usb rivolgendosi al rappresentante di Fit Cisl su consiglio di alcune colleghe.

E’ ancora al suo posto

L’appuntamento tra i due era avvenuto nel tardo pomeriggio e in quel frangente il sindacalista avrebbe appoggiato le mani sulle spalle della donna con la scusa di scacciare una presunta tensione. A quel punto avrebbero avuto inizio i palpeggiamenti. La hostess ha denunciato tutto e nel corso delle indagini altre testimonianze, compresa quella di una collega norvegese, avevano fatto seguito alla sua. A giugno il sindacalista affronterà il processo. I difensori del rappresentante sindacale, al Corriere, hanno fatto sapere che l’imputato nega ogni addebito e «ritiene di aver ricostruito il movente di queste denunce, che saranno smontate in dibattimento». E sottolinea il fatto che «la denuncia è arrivata tre mesi dopo i fatti presunti». La vittima e le testimoni hanno invece sottolineato come «Ai vertici della Cisl, compresa la segretaria Annamaria Furlan, è stato segnalato tutto. Ma non è mai arrivata risposta e quell’uomo è ancora al suo posto. Se lo avessero fermato, come promesso, subito dopo la denuncia della collega norvegese… ».

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