Forza Italia e lo schema Mucci. Per ritrovare se stessa

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Rompere l’alleanza di centrodestra in provincia di Varese? Ma neanche, caso mai riappropriarsi di un ruolo centrale, in senso politico (aggregare i moderati) e in senso identitario (tornare ad essere determinanti). Obiettivi ambiziosi per i berluscones locali che, partendo da un documento elaborato da Nicola Mucci, già sindaco di Gallarate ritornato, dopo alcune peregrinazioni in altri partiti, a indossare la casacca di Forza Italia, stanno obbligando gli alleati a riflettere sulla capacità del centrodestra di essere vincente se unito alle urne. I recenti esiti di Luino, Somma Lombardo, Saronno e, prima ancora, di Varese, dicono ben altro: il tempo delle facili mietiture elettorali è finito.

Le tesi di Mucci, contenute in una nota dal titolo eloquente: Varese laboratorio politico, sono oggetto di un serrato confronto all’interno dello stesso partito e, di conseguenza, tra i gruppi dello schieramento. Al punto da mettere in forse la necessità di riproporre alle amministrative il modello di sempre, cioè Lega, Fratelli d’Italia e Forza Italia, pilastri della coalizione

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Nicola Mucci

Cosa sostiene in sintesi Mucci? Innanzitutto, il fatto che non si possono presentare, nelle principali città (Varese. Busto Arsizio e Gallarate) che vanno al voto, tre sindaci (Maroni, Antonelli e Cassani) di matrice sovranista, lasciando sullo sfondo i forzisti. I quali sono gli unici che possono pescare nell’area di centro, quella vasta area che raggruppa i moderati. Questi ultimi, quanto meno sulla carta, rappresentano la maggioranza dei cittadini varesini o varesotti che dir si voglia. E allora, se non è possibile avere in una delle tre città un candidato primo cittadino berlusconiano, pretesi invece da Lega e Fratelli d’Italia, tanto meglio andare da soli. Per poi, sulla base di un accordo programmatico e politico, riunirsi agli eventuali ballottaggi. Formula che permetterebbe 1) di accontentare appunto l’elettorato di centro; 2) di ridare visibilità a Forza Italia, tirandola fuori dalla marginalità che la affliggerebbe se alle urne in coalizione; 3) di garantire comunque, anche se in modo atipico, l’unità del centrodestra.

I nomi da spendere in una eventuale corsa solitaria o in tandem con Noi con l’Italia e i gruppi civici disponibili ad aggregarsi, ci sono. Uno su tutti, Gigi Farioli a Busto Arsizio, dove gode di un’ampia popolarità. Poi, manco a dirlo, lo stesso Mucci a Gallarate e un mister X a Varese, che sarebbe già stato individuato ma, per il momento, tenuto coperto “per non bruciarlo”

Varese laboratorio politico. Non c’è dubbio, Ma bisogna capire come prenderebbero la novità ai piani alti berlusconiani e degli altri partiti. Mettendo nel conto i condizionamenti romani, che potrebbero sparigliare gli scenari periferici. Ipotesi Busto, la città con le maggiori criticità: Fratelli d’Italia da soli e Lega e Forza Italia assieme. Perché no?

In ultima analisi ma non meno decisiva, qual è l’eco che ancora risuona dell’inchiesta giudiziaria Mensa dei poveri, che un anno e mezzo fa ha decapitato proprio Forza Italia in provincia di Varese. Già tutto archiviato? Sufficiente alzare l’asticella dei contenuti per esorcizzare l’imbarazzante passato?

Il discorso rischia di far venire il mal di testa. Ma pone in risalto la politica vera, che propone tesi e strategie attorno a cui riflettere. Giuste o sbagliate che siano, le idee di Mucci confermano un aspetto: si va finalmente oltre il pettegolezzo e il chiacchiericcio di questi ultimi tempi, in cui una certa politica sembra naufragare per l’assenza di argomenti veri. Primogeniture, personalismi, opportunismi e qualche arroganza di troppo sviliscono il dibattito. E tutti sappiamo invece quale sia l’urgenza della qualità e della competenza in luogo del deprimente basso profilo.

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