Mark Cavendish volata vincente a Roma, ma il Giro è di Primoz Roglic

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Primoz Roglic vincitore del Giro d'Italia

ROMA – La sua ultima volata della carriera al Giro d’Italia Mark Cavendish l’ha vinta… per distacco. Perfetto il campione di Gran Bretagna, impressionante la sua potenza sui sampietrini del Foro Imperiale, bellissima la sua vittoria sotto il sole di Roma e davanti agli occhi del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella.

È un Cavendsh da record che firma la sua diciassettesima vittoria in carriera al Giro e strappa a Gino Bartali il record della più grande distanza tra la prima e l’ultima vittoria: sono passati 15 anni e 15 giorni dal suo primo successo a Catanzaro, sei giorni in più di quanto riuscì a fare il leggendario Ginettaccio.

Nella volata finale, caratterizzata da una caduta ai 300 metri che ha coinvolto sette corridori tra i quali Pascal Ackermann, Cavendish ha battuto il lussemburghese Kirsch e il siciliano Fiorelli, mentre l’attesissimo Milan non ha avuto la forza di sprintare e anche Gaviria, come in tutte le volate di questo Giro, si è seduto presto dopo aver lanciato la volata.

Appena dietro ai velocisti, Primoz Roglic ha tagliato il traguardo con le braccia alte verso il cielo: è ufficialmente suo il Giro d’Italia numero 106. Sul podio con lo sloveno della Jumbo Visma Geraint Thomas (INEOS Grenadiers) e João Almeida (UAE Team Emirates) con Damiano Caruso (Bahrain – Victorious) quarto e miglior italiano in Generale.

LA CORSA. Una passerella, una festa, un momento per scherzare e – per la Jumbo Visma – per brindare: i primi chilometri della tappa conclusiva del Giro d’Italia 106 sono stati tutto questo tra foto, pacche sulle spalle e complimenti a Primoz Roglic.

Arrivati nell’Urbe i calabroni, che fino a quel momento avevano condotto il gruppo, hanno dato “il via libera” a tre fuggitivi: Maxime Bouet (Team Arkéa Samsic), Cesare Benedetti (BORA – hansgrohe) e Toms Skujiņš (Trek – Segafredo). Su questi uomini hanno provato a riportarsi, purtroppo senza riuscirci il romano Martin Marcellusi (Green Project-Bardiani CSF-Faizanè) e lo spagnolo Diego Pablo Sevilla (EOLO-Kometa). Skujiņš, Bouet e Benedetti  transitavano nell’ordine al Traguardo Volante del secondo giro con una trentina di secondi di vantaggio sul plotone regolato da Kirsch davanti a Gee. Come da pronostico, gruppo compatto all’ultimo giro e grande movimento delle squadre dei velocisti: a 5 chilometri dal traguardo, il tentativo di Maestri e Gee, però sempre tenuti nel mirino dagli inseguitori e ripresi dopo due chilometri.

La cerimonia di premiazione oltre alla maglia rosa – e al Trofeo Senza Fine – a Roglic, assegna ufficialmente anche la maglia ciclamino a Jonathan Milan (Bahrain – Victorious), la maglia azzurra Mediolanum di miglior scalatore a Thibaut Pinot (Groupama – FDJ) e la maglia bianca di miglior giovane al portoghese João Almeida (UAE Team Emirates).

Articolo a cura di Tuttobiciweb.it

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