Tempesta sul Palio di Legnano. A tarda sera trionfa Legnarello con… Picchiarello

legnano palio 2023

LEGNANO – Pioggia e grandine si sono abbattuti sul Palio di Legnano a metà della manifestazione di oggi, domenica 28 maggio. Un violento temporale ha interrotto la giornata alle 18.20, provocando un fuggi fuggi generale dal campo e dagli spalti (nel video sotto) e mettendo in forse la corsa ippica, poi confermata dopo quasi un’ora.

Legnarello e Sant’Erasmo commoventi sugli spalti

Dopo i riti religiosi del mattino in piazza San Magno, in uno stadio esaurito già a metà mattina, fino al momento dell’interruzione a causa del maltempo si erano svolti secondo scaletta la sfilata storica, gli onori al Carroccio e la carica della Compagnia della Morte (nella foto in alto), ma con un lungo intervallo tra l’ingresso dell’ultima Contrada e la seconda parte della sfilata, chiusa dal Carroccio, mentre il cielo si caricava di nuvoloni da est.

Sugli spalti, sempre spettacolari i “soli nel Sole” di Legnarello, con tanto di striscione da stadio srotolato dalla prima all’ultima fila del loro settore (sopra) e campioni di solidarietà con un secondo “Avversari in campo, vicini nel dolore” per partecipare al lutto di Sant’Erasmo che qualche mese fa ha pianto la prematura scomparsa di Laura Bressanelli, castellana nel 2002, anno coinciso con la 12.a vittoria della Contrada. I suoi contradaioli, a loro volta, l’hanno ricordata con un toccante “I tuoi occhi sono la gioia che pervade il mio cuore al tuo apparire” (sotto).

La corsa è stata infine confermata alle 19.15 dopo i sopralluoghi sulla pista dei fantini e il consulto dei magistrati del Palio con la commissione veterinaria (qui sotto). La sabbia silicea posata sulla pista la rende più sicura per i cavalli proprio in caso di pioggia, perché il fondo si compatta; quando il Palio si correva sull’erba, invece, il rischio di cadute sul bagnato era decisamente più elevato.

Prima batteria interminabile

Subito in pista nella prima batteria due dei favoriti della vigilia, La Flora con Valter Pusceddu detto “Bighino” e autentico mattatore dell’edizione dello scorso anno su Tigre e Sant’Erasmo con Federico “Ares” Arri su Afrodite; con loro, sempre nell’ordine di estrazione, Legnarello, rappresentato da Antonio “Amsicora” Siri su Woody Woodpecker e San Domenico da Silvano “Voglia” Mulas su Vae Victis.

Lunghissima guerra di nervi dietro al canapo durata più 25 minuti prima della falsa partenza, anche a causa delle ripetute schermaglie tra le rivali di sempre San Domenico e Sant’Erasmo, con quest’ultimo sempre di spalle. Il mossiere Renato Bircolotti ha avuto il suo bel daffare ad allineare i cavalli a colpi di «calma, piano, vieni sotto, non girarti» senza mai ricorrere alle ammonizioni. Un’altra falsa partenza prima della volta buona, con Pusceddu che finisce sull’esterno ma recupera dietro Legnarello, mentre San Domenico e Sant’Erasmo si fanno fuori da soli impattando tra loro alla terza curva. Mulas, rimasto a terra, ha dovuto ricorrere alle cure dei sanitari a bordo pista ed è uscito dal campo in barella: nella caduta ha riportato la frattura di una clavicola. Nessuna conseguenza, invece, per i due purosangue.

Altra rimonta in seconda batteria

Nella seconda batteria, al canapo verso le 20.50, sfida per i due posti che valgono la finale fra San Magno, con Dino Pes detto “Velluto” su Scheggia, San Martino con Carlo Sanna (“Brigante”) su Maverick, San Bernardino con Gavino Sanna su Biancorosso e Sant’Ambrogio con Giuseppe Zedde (“Gingillo”) su Andromeda.

Stavolta è quest’ultimo a tirarla per le lunghe per poi perdere la posizione giusta alla partenza (buona la prima dopo un quarto d’ora) ma recupera e vola in testa dopo nemmeno due giri. Dure schermaglie con qualche colpo proibito tra le “nemiche” San Magno e San Bernardino, con la prima che poi scivola in coda e Gavino Sanna che tiene la seconda piazza fino alla fine, chiudendo la strada a San Martino che tenta invano di rinvenire.

Finale a tinte giallorosse

L’ordine di partenza sorteggiato per la finale (qui sopra, l’ultimo giro) è San Bernardino, La Flora, Sant’Ambrogio, Legnarello. Quando si sono fatte ormai le 22.00 (un record) Pusceddu riprende il suo balletto dietro il canapo per innervosire gli avversari, assecondato più degli altri da Zedde; dopo un richiamo del mossiere a entrambi e quattro false partenze (con vari giri del campo a vuoto), parte in testa San Bernardino ma al secondo giro Sanna perde un po’ il controllo di Biancorosso e si fa passare da Legnarello e Sant’Ambrogio, mentre Pusceddu stavolta non riesce a recuperare e arranca in coda ai due. Le posizioni non cambiano più fino alla fine ed è tripudio giallorosso per la 12.a volta, mentre Siri fa il tris a Legnano in groppa a quello che, in italiano, è Picchio Picchiarello. Proprio come il Palio 2023, bagnato e infinito.

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