Pusceddu dall’inferno al paradiso regala il Palio di Legnano a San Magno

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LEGNANO – La Nobile si riprende il Palio di Legnano dopo 11 anni con il ritorno in paradiso di Valter Pusceddu, tornato a montare al Mari 8 anni dopo la squalifica a seguito degli episodi che l’avevano visto protagonista nel 2013 con Andrea Coghe. Edizione oggi, domenica 29 maggio (nelle foto) di nuovo al gran completo dopo tre anni e dopo quella ridotta e fuori stagione dello scorso settembre. È stata anche la prima edizione gestita dalla Fondazione Palio ma senza più Alessandro Centinaio, capo della Commissione veterinaria, scomparso in marzo e ricordato dal Gran Maestro del Collegio dei Capitani e delle Contrade, Raffaele Bonito, alla Provaccia di venerdì con la consegna di una targa ai familiari.

In una giornata climaticamente perfetta, fresca e con poco sole, avvistati in tribuna autorità Massimo Garavaglia, ministro del Turismo, Attilio Fontana, governatore della Regione, Stefano Bruno Galli, assessore regionale a Cultura e Autonomie (il 29 Maggio è la Festa della Lombardia) oltre a numerosi consiglieri regionali e sindaci del territorio.

La sfilata, spettacolo che si rinnova

Alle 16.10 l’ingresso al campo del corteo storico con mille figuranti: il consueto trionfo di storia e passione, ricerca filologica e fedele ricostruzione, in un tripudio di colori abiti accessori decorazioni, bimbi e adulti, cavalli dame e cavalieri, musici streghe militi contadini religiosi e giocolieri, sorrisi vessilli e strumenti musicali, suggestioni dettagli evocazioni sempre nuove e sempre toccanti: il vero patrimonio del Palio legnanese.

Legnarello la Contrada più coreografica sugli spalti dello stadio Mari ha fatto “entrare il sole” con striscioni, bandieroni e pon pon giallorossi. Monumentali le tre coppie di buoi che hanno trainato il Carroccio con la Croce di Ariberto da Intimiano destinata alla Contrada vincitrice.

Batterie rapide con Bighino mattatore

Dopo i riti seguiti alla sfilata in costume, sorteggiate le due batterie preliminari (con 4 giri della pista con fondo in sabbia) della corsa ippica, la cui finale si corre invece su 5 giri. Prima batteria: Legnarello (vincitrice della Provaccia con Michel Putzu e il cavallo Morning Glory, fantino Giovanni Atzeni, detto Tittia, su Fly Down), San Magno (fantino Valter Pusceddu, detto Bighino, su Star), San Martino (fantino Carlo Sanna, su Wintoto) e la Flora (fantino Andrea Farris, su Tigre).

Seconda batteria: San Domenico (fantino Antonio Siri, detto Amsicora, su Odi et Amo), Sant’Ambrogio (Giuseppe Zedde, detto Gingillo, su The Boy Wonder), San Bernardino (Federico Arri, detto Ares, su Quanti ne siete) e Sant’Erasmo (Gavino Sanna, su Virgola).

Proprio Bighino è il primo a entrare in campo nel riscaldamento e primattore al canapo, con una estenuante pretattica per innervosire gli avversari destinata a premiarlo. Il mossiere Renato Bircolotti dà buona la quarta partenza, con Pusceddu subito in testa e San Martino alle sue spalle a negare la finale a Legnarello, mentre la Flora (detentrice) rimane in coda leggermente staccata.

Nella seconda batteria buona la prima, con Sant’Ambrogio davanti a tutti, San Bernardino a ruota, San Domenico che tenta di rinvenire dall’esterno ma deve poi difendersi dal ritorno di Sant’Erasmo. Posizioni cristallizzate fino alla fine.

Finale rossobiancorosso per la Nobile

Finale con ordine di partenza sorteggiato San Magno, San Martino, Sant’Ambrogio e San Bernardino. Il solito Bighino non si fa sfuggire l’occasione e ricomincia la sua guerra di nervi dietro il canapo, soprattutto con la rivale San Bernardino, per partire alla sua maniera; ben 5 false partenze, ammonizione per Pusceddu, richiamo informale per Zedde e poi, quando si sono fatte ormai le 20.40, corsa in testa per San Magno, che fa quasi gara a sé, mentre dietro è battaglia testa a testa tra San Martino e Sant’Ambrogio per la piazza d’onore, aggiudicata dal gialloverde, con San Bernardino a chiudere.

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