I lavoratori della Hammond di Marnate: «Al 2019 chiediamo un compratore che ci salvi»

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MARNATE – «Quando mi hanno chiamato per dirmi che avevano annunciato la chiusura della ditta e che saremmo rimasti tutti senza lavoro stavo facendo il trasloco». Gabriele non era nella sede della Hammond di Marnate (ex Marnate Trasformatori) quando il “boss” arrivato dal Canada ha annunciato «In 5 minuti netti», la chiusura. Pochi giorni prima di Natale e due ore dopo aver consegnato il cesto natalizio con gli auguri di buone feste ai dipendenti.

«Un mutuo due giorni prima di essere licenziato»

Gabriele è uno dei 40 lavoratori che oggi si vede costretto a lottare: «Lavoro in questa ditta da 13 anni – racconta – Il 2019 avrebbe dovuto essere l’anno della svolta. C’erano progetti, promesse di investimenti. E io ho acceso un mutuo. Un mutuo ventennale acceso pochi giorni prima di sentirsi dire: sei licenziato. Ho comprato una casa a Marnate, ironia della sorte, per essere vicino a un posto di lavoro che, adesso, stando agli annunci non c’è più». La domanda inespressa è chiara ed è sulla bocca di tutti: «Adesso cosa faccio?». Accanto a Gabriele c’è Felice: «In tutto 41 anni di lavoro – spiega – Quasi tutti in questa azienda. Mi mancano due anni alla pensione. Non riesco a non pensare, assurdamente, di essere un po’ più fortunato dei miei colleghi: io sono da solo. Non ho nessuno, e questo è brutto. Ma in questo momento non avere la responsabilità di una famiglia mi solleva». Felice forse ce la farà, in base alle normative, ad arrivare alla pensione. «Per assurdo il collega al quale mancano quattro anni alla pensione è messo peggio di me – spiega – A 55 anni passati come ti ricollochi? Chi ti assume per farti passare quei quattro anni?». Non è diverso per i più giovani: «Con il job acts non avranno più stabilità», dice Rino Pezone, della Fiom Cgil.

«Il 7 gennaio saremo tutti al lavoro»

C’è chi a 35 anni aveva deciso di comprarsi una casa e s’è fermato «Appena in tempo. Mi sono fermato appena in tempo» e chi, come Pino, invalido e per questo lavoratore in categoria protetta, oggi, venerdi 28 dicembre, davanti alla sede della ditta di via Gramsci 98 a Marnate era accompagnato dalla moglie. «Siamo sposati da due mesi – dice – Abbiamo fatto il mutuo per avere una casa. Io non dormo più e mia moglie è preoccupatissima. Come faccio a ricollocarmi? Oggi non saprei nemmeno scrivere un curriculum». Sono tutte storie vere. Storie che chiunque, prima o poi, s’è trovato ad affrontare nella vita e che vanno al di là del pathos creato dal titolo: «Licenziati poco prima di Natale». Perché il Natale passa ma queste storie restano. «Il punto è il metodo – dice Ilaria Campagner, della Fim Cisl – Non c’era nessuna avvisaglia. Niente. Negli ultimi mesi sono state assunte una decina di persone. Sono stati fatti investimenti sui macchinari per centinaia di migliaia di euro. C’era il progetto di acquistare altri capannoni in modo da ampliare l’attività». Non solo: qualcuno, nei mesi scorsi ha avuto delle offerte di lavoro.

Motivati a salvare la ditta

«Da altre aziende – raccontano i lavoratori – Siamo stati dissuasi dalla Hammond a restare. E questo, per alcuni, accadeva a giugno». Cosa accadrà adesso? «Il 7 gennaio, al termine delle ferie – spiega Pezone – Saremo tutti qui. I 40 dipendenti torneranno al lavoro. Sul fronte della trattativa siamo in attesa degli incontri ufficiali tra le parti. Dal 7 in poi. C’è già un incontro ufficiale fissato nella settimana tra il 14 e il 18 gennaio. Noi abbiamo dato la nostra massima disponibilità. La volontà è quella di tenere aperta l’azienda. La speranza, che potrebbe essere concreta, è quella che si faccia avanti un compratore».

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