Marta Cavalli torna in bici: “Settimane difficili, ma ora penso al Mondiale”

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Ci ha fatto prendere un bello spavento Marta Cavalli, in quella seconda tappa del Tour de France femminile. Soprattutto, lo spavento se l’è preso lei: un impatto come quello che tutti abbiamo visto più e più volte è l’ultima cosa che un o una ciclista si aspetta o vorrebbe vivere in corsa. Ma ora la 24enne cremonese sta bene ed è pronta a tornare in bici: ha appena ricevuto il via libera a riprendere la sua normale attività!

Per capire cosa le è successo in queste due settimane e qual è il suo spirito per l’ultima parte di stagione, l’abbiamo raggiunta al telefono e l’abbiamo sentita serena e carica:

Marta, cos’è successo da quella botta a oggi?
«Ricordo quanto è stata forte la botta, però ero al Tour e non volevo lasciare così la corsa: ho provato a rimettermi in bici ma nel giro di pochi minuti ho avvertito uno strano malessere, mi sono fermata dal mio allenatore e gli ho spiegato che non ce la facevo a proseguire. Ci siamo rivolti all’equipe medica della gara e abbiamo deciso di abbandonare. Dai primi accertamenti non è risultato nulla di grave per fortuna, sono tornata in Italia e ho osservato un periodo a casa, che in parte era già previsto dopo la Grande Boucle. Nel mentre mi sono sottoposta a ulteriori esami medici per verificare che trauma cranico e colpo di frusta non nascondessero qualcosa di peggio: inizialmente c’era una sospetto di frattura vertebrale, invece è emerso un difetto congenito alla schiena che prima dell’incidente non sapevo neppure di avere. E che del resto non mi ha mai impedito e non mi impedirà di svolgere normalmente l’attività ciclistica. E niente, mi sono dovuta riposare: i primi giorni ero distrutta come se mi fosse passato sopra un camion, poi sono migliorata di giorno in giorno e l’altroieri sono risalita sui rulli. Fino ad arrivare all’ok definitivo, una notizia che mi sto godendo dopo aver vissuto alla giornata per due settimane: mi sento rinata e oggi si sale in bici per iniziare a preparare il finale di stagione!» 

Hai avuto contatti con Nicole Frain dopo che ti è… franata addosso quel giorno?
«Sì, ha fatto in modo di recuperare il mio numero di telefono è mi ha scritto un messaggio la mattina successiva. So che non è stato un atto intenzionale, non mi sento di accusarla duramente: sono i rischi del nostro mestiere.»

E adesso sai già qual è il tuo programma?
«L’obiettivo sono i Mondiali in Australia, che presenterà un percorso davvero affascinante che calza a pennello con le mie caratteristiche. Certo non sarà facile: sono stata due settimane senza toccare la bici e per questo non abbiamo ancora programmato l’avvicinamento, ma quando potremo spingere di più daremo il tutto per tutto per arrivarci al massimo della condizione.» 

Quanto e come ti è stata vicina la tua squadra, la FDJ Suez Futuroscope?
“Ha avuto un ruolo importantissimo: hanno premuto per tenermi in osservazione sul posto per 24 ore e accertarsi di eventuali conseguenze immediate, solo a quel punto mi hanno mandata a casa garantendomi tutti gli esami nelle migliori strutture. Ho poi avuto sostegno morale, mi sono stati vicini e mi hanno rassicurato in più modi, con lunghe chiacchiere al telefono. E parlo di tutto il team: dalle mie compagne, fino all’intero staff tecnico fino a quello dirigenziale. Ah, a proposito delle strutture mediche: un plauso gigante alla clinica Zucchi di Monza e al professor Fusi”.

Articolo a cura di Tuttobiciweb.it

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