Viabilità, lavoro, Cargo city: il punto di Unicomal sul Masterplan di Malpensa

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Uni.Co.Mal. ha appreso dalla stampa di un ulteriore incontro tra CUV e Regione Lombardia da cui sono emersi accordi di massima sul tema Malpensa e territorio, dove le amministrazioni hanno esposto le loro richieste e su queste vorremmo esprimere alcune considerazioni legate a quanto è emerso.

Il primo punto riguarda la richiesta di ulteriore infrastrutture viarie avanzate dal CUV per permettere uno “sviluppo sostenibile” (se così si può dire); va ricordato che tali infrastrutture erano presenti nel vecchio piano di area scaduto nel 2009 e mai aggiornato da Regione Lombardia. Ora, dopo tutti questi anni senza una reale pianificazione e con l’arrivo di nuove opere, si è così certi che quanto richiesto dagli amministratori locali corrisponda alle necessità attuali? Non era il caso, forse, che venisse richiesto un adeguato piano d’area con la relativa V.A.S. (Valutazione Ambientale Strategica) come sottolineano le osservazioni presentate al Masterplan 2035 dalle amministrazioni stesse?

Nel secondo aspetto viene evidenziata la questione occupazionale: forse non ci si è resi conto che nell’ultimo ventennio si sta ancora aspettando lo sviluppo di una occupazione annunciata ma mai realizzata, con numeri inferiori alle aspettative che tutti attendevano; per il momento abbiamo un alto numero di cassaintegrati e disoccupati. Inoltre vorremmo evidenziare la qualità delle condizioni in cui operano i lavoratori, vicine al caporalato o ancora peggio con condizioni estranee a regole e diritti, come emerso anche da alcune indagini giudiziarie.

Terzo aspetto: viene annunciata la creazione di un osservatorio ecologico, cosa già prevista da molto tempo, ma mai concretizzato. Tra l’altro si sta ancora aspettando l’applicazione delle prescrizioni del Decreto D’Alema degli inizi degli anni 2000, ancora non attuate, e la presa d’atto  della sentenza Quintavalle  che riconosce il disastro ambientale in alcuni siti attorno a Malpensa.

Da quanto scritto nell’articolo di stampa, sembrerebbe una vittoria la riduzione da 60.000 a 45.000 le aree di sviluppo inerenti all’espansione della cargo city a sud, invadendo aree di pregio paesaggistico e naturalistico.  Visti i nuovi articoli di tutela ambientale inseriti nella Costituzione Italiana, base legislativa  che tutti gli amministratori  giurano di rispettare e seguire all’atto del loro insediamento, ci si sarebbe aspettati che in questo incontro fosse prioritario e irrinunciabile il principio di tutela ambientale, invece  della  ricerca di accordi con chi pensa solo al guadagno, ai dividendi azionari e alla cementificazione del suolo.

Ultima considerazione, ma non meno importante: quando l’aeroporto era fondamentale per la movimentazione dei passeggeri, in alcuni comuni attorno a Malpensa sono stati realizzati numerosi parcheggi ovunque, con l’autorizzazione degli amministratori. Ora molti sono vuoti o chiusi, ma la loro struttura continua a comportare gravi danni al territorio circostante mentre i Comuni continuano a riceverne le tasse. Ma c’è di più, come ad esempio l’intervento urbanistico autorizzato a Ferno, per la realizzazione di un impianto logistico (forse per Amazon) in via di edificazione su un’area ora vergine con le conseguenti ricadute sulla viabilità locale. Secondo il nostro punto di vista chi è stato eletto alla carica di sindaco deve rappresentare totalmente la propria comunità alla luce della Costituzione e saper ascoltare e confrontarsi con i cittadini senza assumere decisioni sotto la pressione costante del diktat di Regione Lombardia.

Uni.Co.Mal.

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