Servono 235 milioni per la viabilità attorno a Malpensa. L’incontro in Regione

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MALPENSA – Lo sviluppo a sud della cargo city resta il nodo da sciogliere. E le opere infrastrutturali legate alla viabilità nei Comuni attorno all’aeroporto vengono stimate per 235milioni di euro. Il futuro di Malpensa comincia a delinearsi. Il Cuv – con gli enti coinvolti – si è di nuovo riunito intorno al tavolo di Regione Lombardia, ieri 7 marzo. Uno degli ultimi incontri per discutere il Masterplan, ora che i nove sindaci dell’intorno aeroportuale hanno messo nero su bianco le loro richieste, quelle «imprescindibili», che stabiliscono un limite sotto il quale non si può scendere a compromessi. Alcuni «punti di incontro sono stati individuati», spiega Dimitri Cassani, attuale presidente Cuv e sindaco di Casorate Sempione. Ma restano ancora alcuni temi da discutere. La vera svolta è già in calendario: il 4 aprile si prenderà una decisione definitiva.

La viabilità

«Su molti punti si è trovata condivisione», spiega Cassani. Vale per la viabilità, «si è d’accordo che le opere che abbiamo identificato come prioritarie siano da realizzare». In cifre, si stima un totale di circa 235milioni di euro, «anche se non c’è ancora una progettazione in stato avanzato». Di questi, 200milioni sarebbero da destinare «agli interventi maggiori», ovvero la tangenziale di Somma Lombardo (circa 60milioni)la Ss341 che collega Gallarate e Vanzaghello (140milioni). I restanti 35milioni sono da suddividere per quelli «minori», tra cui il completamento della Sp28 per il tratto da Samarate alla zona industriale di Ferno, il pezzo che collega la rotonda di via Roma ad Arsago Seprio con il Sempione, il tratto di Cardano al Campo lungo via Giovanni XXIII e, infine, via Giusti a Somma. Questi ultimi, in particolare, «potrebbero anche essere attuati in breve tempo». E nel frattempo partire con le progettazioni delle opere più consistenti, per poter poi richiedere al ministero un finanziamento.

Occupazione e ambiente

Simile la questione occupazionale. Fra i punti principali, l’istituzione di una academy per la formazione del personale e la realizzazione di uno sportello lavoro. In questo senso, «Sea si è impegnata a collaborare con i Comuni».
Un segno di apertura poi sul tema inquinamento acustico, riguardo il posizionamento di centraline per il controllo dell’aria. Senza dimenticare che Sea ha già pronta la richiesta per differenziare le tariffe di gestione degli aeromobili e quindi facilitare l’utilizzo di aerei di ultima generazione.

Il nodo espansione a sud

Rimane però il «nodo dolente», cioè l’espansione della cargo city verso sud. «Lo sviluppo è stato ridotto da 60 a 45 ettari, quelli già previsti prima, dove si voleva già costruire. Ora cambiano semplicemente i contorni, ridimensionando una parte che già doveva restare a verde», prosegue Cassani. Di contro la proposta è riqualificare gradualmente una parte consistente di brughiera a sud. Una soluzione che comunque sta «stretta» al Cuv, che ha dovuto fare i conti con la posizione di Sea. Della serie che diventa complicato, secondo il gestore aeroportuale, scendere ancora di volume. I sindaci però provano a sfruttare anche quest’ultimo periodo, prima che il 4 aprile si prenda una decisione definitiva. «Abbiamo chiesto di rivedere bene i conti. Anche perché, oggi, i dati sul traffico cargo sono avanti di tre anni. secondo le stime». Con la pandemia infatti, il flusso ha superato le 700mila tonnellate, «che era previsto nel 2026, un volume raggiunto senza costruire niente». Quindi, le domande: «Servono tutti quei metri, non si può ridimensionare? Si può fare per step o vanno fatti subito?».

L’osservatorio ecologico

Al centro, anche la riapertura del tavolo dell’osservatorio ecologico, «che doveva essere permanente ma in realtà è stato attivo solo dal 2000 a 2005», aggiunge Cassani. Ora si vuole ripristinarlo in maniera definitiva «per l’attuazione di opere di compensazione di deforestazione, uno strumento di verifica fondamentale per valutare cosa è stato realizzato e cosa va fatto oggi».

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