Omicidio Melzo, crolla la figlia: «Non ce la facevo più»

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MELZO – Omicidio volontario, vilipendio e occultamento di cadavere. Sono queste le accuse contestate a Rosa Fabbiano, la figlia 58enne di Lucia Cipriano, l’84enne trovata a pezzi nella vasca da bagno della sua casa di Melzo. La donna, che abita a Mediglia, è stata fermata. Rosa era l’unica delle tre figlie dell’anziana, affetta da demenza senile e con problemi di mobilità, ad avere le chiavi di casa dell’appartamento della madre, in via Boves a Melzo.

Soffocata e fatta a pezzi

Secondo gli investigatori, la pensionata sarebbe morta per asfissia: la figlia l’avrebbe adagiata nella vasca da bagno e coperta con un telo di cellophane, sigillato con il nastro adesivo. L’84enne non avrebbe avuto la forza di opporsi. L’anziana, per gli investigatori, sarebbe morta due mesi fa, tra fine marzo e i primi di aprile. La figlia, poi, avrebbe fatto a pezzi il corpo con una sega, trovata nell’appartamento. Per contrastare il cattivo odore che proveniva dal bagno della casa, la donna teneva tutte le finestre aperte e aveva distribuito in bagno e nelle altre stanze diversi profumatori d’ambiente.

Ho fatto un disastro

L’allarme è scattato giovedì in mattinata, quando un’altra figlia della vittima di 47 anni che vive a Trento e da oltre due mesi non riusciva a mettersi in contatto con la madre, ha deciso di andare a Melzo a trovarla. Arrivata nell’appartamento con la sorella maggiore, si è accorta che qualcosa non andava. Ha visto tutte le finestre aperte e la sorella le ha impedito di andare in bagno. Poi è crollata. “Ho fatto un disastro, portami dai carabinieri“, ha ammesso. Domani l’interrogatorio davanti al Gip nel carcere di San Vittore.

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