GALLARATE – Mensa dei poveri: non è finita. Almeno non per quattro degli imputati assolti in primo grado lo scorso 2 ottobre. Il sostituto procuratore Silvia Bonardi ha infatti impugnato in Appello le posizioni di Paolo Orrigoni, Daniele D’Alfonso, Mauro De Cillis e Pietro Tatarella.
Mancata riqualificazione del reato
Se per D’Alfonso, Tatarella e De Cillis tutto gira attorno ai rapporti tra EcolService srl e Amsa, per Orrigoni, assolto con la formula più ampia dall’accusa di corruzione, la pm Bonardi lamenta la mancata riqualificazione del reato contestato (corruzione) in quello di mediazione illecita.
La vicenda Orrigoni verte sulla trattativa per la realizzazione di un nuovo supermercato Tigros, di cui Orrigoni era vertice societario, in via Cadore a Gallarate, intercorsa tra Orrigoni e l’imprenditore Pier Tonetti, proprietario dell’area e che per l’accusa di corruzione ha patteggiato a un anno. Secondo la versione di Tonetti, alla quale però il Tribunale di Milano non ha creduto, Orrigoni era pronto a pagare una mazzetta da 50mila euro per realizzare il tutto in sei mesi senza intoppi, con la mediazione di Nino Caianiello, all’epoca ras di Forza Italia in provincia di Varese, poi arrestato in seno all’inchiesta, e di Alberto Bilardo, all’epoca coordinatore cittadino di Forza Italia e braccio destro di Caianiello. Anche questi ultimi due imputati hanno patteggiato per questo reato. I giudici hanno assolto Orrigoni ritenendo, appunto, le dichiarazioni di Tonetti non genuine e discordanti da quelle rese da Caianiello e Bilardo.
L’impugnazione
Ma per il sostituto procuratore Bonardi la mancata riqualificazione del reato è stato un errore del Tribunale. Bonardi scrive infatti nelle 46 pagine d’Appello:
La data dell’Appello non è ancora stata fissata. La Procura milanese, però, ha già impugnato la sentenza di primo grado per quattro degli ex imputati della Mensa dei poveri.