Mensa dei poveri, Comi condannata. Assolti Orrigoni e Cassani

MILANO – Mensa dei poveri, ultimo atto: condanne e assoluzioni. L’europarlamentare Lara Comi fulcro di altre cinque condanne; cade il castello sul “sistema urbanistica” di Gallarate. Il collegio del Tribunale di Milano presieduto da Paolo Guidi ha pronunciato nel pomeriggio di oggi, lunedì 2 ottobre, la sentenza di primo grado sull’inchiesta che, nel maggio 2019, portò all’arresto tra gli altri dell’allora plenipotenziario di Forza Italia in provincia di Varese Nino Caianiello svelando un sistema di tangenti e nomine pilotate a cavallo tra Milano e la Città Giardino.

Le condanne

Il Tribunale ha condannato l’europarlamentare Lara Comi a 4 anni e 2 mesi (con interdizione per 5 anni dai pubblici uffici) come chiesto dall’accusa, Giuseppe Zingale a 2 anni (richiesta 2 anni e 8 mesi), Maria Teresa Bergamaschi 6 mesi (richiesta 2 anni e 8 mesi), Carmine Gorrasi a 2 anni (chiesti 2 anni e 6 mesi) assolto però dall’accusa di aver illecitamente fatto avere contributi in denaro all’ex consigliere regionale Angelo Palumbo (assolto con formula piena) attraverso la società calcistica Busto 81.

Le assoluzioni

Lo stesso Tribunale ha quindi assolto l’ex patron di Tigros Paolo Orrigoni con la formula più ampia possibile “perché il fatto non sussiste” (l’accusa aveva chiesto 6 anni), il sindaco Andrea Cassani, definito in ordinanza baluardo di legalità. Con lui anche Marta Cundari, Michele Colombo e Monica Brambilla, funzionari del Comune di Gallarate e di Busto Arsizio. Antonio Frascella, esponente di Forza Italia a Cassano Magnago, l’ex consigliere regionale Angelo Palumbo, e l’ex assessore cassanese Paola Saporiti, immortalata mentre consegnava direttamente a Caianiello una mazzetta da 500 euro e l’ex vicesindaco e assessore di Gallarate Moreno Carù. Assolti anche Giuseppe Filoni Marco Passaretta per la gestione del Cral dell’ospedale di Busto. Sul versante Orrigoni va ricordato che per la stessa vicenda, relativa a una presunta mazzetta per la realizzazione di un nuovo Tigros, avevano già patteggiato Caianiello, Alberto Bilardo, l’ex assessore Alessandro Petrone e l’imprenditore Pier Tonetti.

L’avvocato di Comi

«E’ rimasto in piedi soltanto un discorso di corruzione che è stato vestito da nessun riscontro in sede processuale – ha detto il difensore di Comi l’avvocato Gian Piero Biancolella – E’ una sentenza che lascia perplessi».

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