Processo Mensa dei poveri: ultimo atto. Via all’udienza decisiva

Nino Caianiello oggi, lunedì 12 settembre, in aula a Milano

MILANO – Lunedì 2 ottobre potrebbe chiudersi il primo grado del processo, in dibattimento, della Mensa dei Poveri. Nel maggio del 2019 l’inchiesta decapitò Forza Italia in provincia di Varese portando all’arresto, tra gli altri, dell’allora mullah azzurro Nino Caianiello. Stando all’accusa gli oltre 40 arresti sgretolarono un sistema di mazzette e appalti e incarichi pilotati a cavallo tra Milano e Varese.

La decima

Caianiello, considerato il fulcro del sistema, ha già patteggiato a 4 anni e 10 mesi: è in affidamento ai servizi sociali. I primi “pesci grossi” di quello che è stato definito l’universo gallaratese d’affari e professionisti prezzolati hanno già tutti chiuso il loro iter giudiziario. Gli anni della decima, con l’ex plenipotenzario di Forza Italia che distribuiva poltrone pur non avendo incarichi ufficiali pretendendo poi dal prescelto la restituzione del 10% dello stipendio percepito tra Cda e incarichi in municipalizzate, parrebbero tramontati.

Il sistema gallaratese

Resta, però, aperto il processo in dibattimento che lunedì potrebbe chiudersi in prima istanza davanti ai giudici del Tribunale di Milano. Stando a indiscrezioni il Pm della Dda Silvia Bonardi dovrebbe replicare lungamente alle memorie difensive depositate dai difensori. Sempre secondo le stesse voci la Corte presieduta dal giudice Paolo Guidi vorrebbe chiudere entro lunedì arrivando a sentenza. Ci saranno poi eventualmente gli Appelli. Tutto dipenderà dalle repliche: in caso di slittamento la sentenza sarà pronunciata il 9 ottobre.

Le richieste di condanna

Sul fronte varesino restano in gioco soprattutto l’europarlamentare Lara Comi e l’ex patron di Tigros e candidato sindaco a Varese per la Lega Paolo Orrigoni (si è dimesso da ogni ente dopo l’arresto nel 2019) per i quali i Pm hanno chiesto una condanna a 5 anni e 6 mesi (estinti alcuni capi di imputazione per intervenuta prescrizione) per Comi e a 6 anni per Orrigoni. Sempre sul fronte del filone gallaratese sono stati chiesti 2 anni e 3 mesi per l’ex consigliere regionale Angelo Palumbo, mentre per l’astro nascente di Forza Italia in provincia di Varese e direttore generale del Busto 81 Carmine Gorrasi 2 anni e 6 mesi per il finanziamento a Palumbo, oltre a un anno e 6 mesi per truffa ai danni del Parlamento Europeo .Per Giuseppe Zingale è stata chiesta una condanna a 4 anni.

Cassani va assolto

Per i pubblici ministeri milanesi va invece assolto il sindaco Andrea Cassani, definito in ordinanza baluardo di legalità, Con lui anche Marta Cundari, funzionaria del Comune di Gallarate. Chiesta l’assoluzione anche per Antonio Frascella, esponente di Forza Italia a Cassano Magnago. Così come per l’ex assessore cassanese Paola Saporiti, immortalata mentre consegnava direttamente a Caianiello una mazzetta da 500 euro. Per i pm Saporiti cedette soltanto dopo mesi di pressioni, con tanto di minacce di togliere incarichi alla sorella. Infine chiesta l’assoluzione anche per Giuseppe Filoni Marco Passaretta per la gestione del Cral dell’ospedale di Busto. Lunedì si prospetta un’udienza-maratona che potrebbe mettere una prima porla fine alla vicenda.

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