Milan fuori dall’Europa: di chi la colpa?

Arrigo sacchi gallarate milan

Milan fuori dall’Europa League per la stagione 2019-20. La sentenza era attesa da tempo. Ora c’è anche l’ufficialità. Un danno di immagine enorme per uno dei club più prestigiosi al mondo. Un danno anche per il calcio italiano. Finora i detrattori del Financial Fair Play avevano minimizzato le conseguenze dicendo che in fin dei conti erano state escluse squadre di terzo e quarto piano. Adesso, dopo l’esclusione del Milan, è caduto un dogma. Intanto il Ffp esiste ed è un ostacolo concreto col quale fare i conti. Non è un alibi per nessuno. C’è’. Stop. L’unica strada è aumentare il fatturato, partendo dagli stadi di proprietà. Ed è la strada da inseguire per tutte le italiane. Tornando al Milan, il periodo sotto osservazione è quello del triennio berlusconiano. Vero. Di primo acchito vien da dare tutta la colpa al Cavaliere. Poi però ci sono altre due riflessioni da fare. Se Berlusconi ha ceduto il Milan è perché evidentemente voleva sbarazzarsene anche per i costi sempre più gravosi. La gestione cinese ha peggiorato la situazione effettuando una campagna folgorante, ma illusoria e devastante per il bilancio. Anziché incontrare l’Uefa accettando di sottostare al Settlement Agreement come Roma e Inter, la dirigenza rossonera ha continuato sulla propria strada compiendo acquisti milionari. L’Uefa già l’anno scorso aveva escluso il Milan, poi ripescato, ma anziché frenarsi con le spese folli, a gennaio Elliot ha investito oltre 70 milioni tra Paqueta’ e Piatek. Il dibattito era diventato un altro: il ffp è una cosa assurda, uniamoci e combattiamolo. Sbagliato. Ci sono delle regole e vanno rispettate. Che il Milan cominci adesso il proprio sforzo di virtuosismo.

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