MILANO – Esprime «rammarico» l’Associazione Nazionale Magistrati di Milano per come è stato trattato in alcuni recenti articoli di stampa il caso del Pm della Dda Alessandra Cerreti in quanto, «ancora una volta, il Pubblico Ministero viene rappresentato come portatore di un interesse personale alla condanna, obiettivo da raggiungere a tutti i costi, anche abusando delle prerogative processuali che gli sono proprie», lo riporta l’Ansa.
L’esposto al Csm
La nota della sezione locale dell’Associazione Nazionale Magistrati fa riferimento all’intenzione dell’avvocato bustocco Francesca Cramis di presentare esposto al Csm nei confronti del Pm Cerreti dopo l’archiviazione dell’indagine in cui il legale era stato accusato di favoreggiamento nei confronti del suo cliente Emanuele De Castro, ex-boss della ‘ndrangheta oggi collaboratore di giustizia nell’ambito del procedimento Krimisa.
I magistrati non complottano
Una vicenda giudiziaria «complessa» si legge nel comunicato, «narrata aderendo del tutto acriticamente alla tesi difensiva di un complotto nei confronti di uno degli indagati ad opera del pubblico ministero titolare». «Tale immagine – osserva l’Anm – è in diretto contrasto con il ruolo che l’ordinamento repubblicano attribuisce al pubblico ministero e lontanissimo dalla realtà quotidiana degli uffici di Procura».