Processo Krimisa, condanne e assoluzioni. In 9 accusati di falsa testimonianza

busto tribunale

LONATE POZZOLO – Quattordici anni di carcere per Cataldo Casoppero (l’accusa ne aveva chiesti 16), 7 anni ad Antonio De Novara, 8 al fratello Cristoforo, 2 anni e 6 mesi a Sandra Merte e altrettanti a Giandomenico Santoro. Assolto per non aver commesso il fatto Giampaolo Laudani. Non doversi procedere per mancanza di querela nei confronti di Giuseppe Rispoli, figlio di Vincenzo, presunto boss della locale di ‘ndrangheta Legnano-Lonate Pozzolo.

Assolto Laudani

Questa la sentenza di primo grado del processo Krimisa davanti al collegio del Tribunale di Busto Arsizio presieduto da Rossella Ferrazzi. Condanne inferiori alle pene chieste dal pubblico ministero della Dda di Milano Alessandra Cerretti. Il pm per Laudani aveva chiesto addirittura una condanna a 5 anni chiedendo, soltanto per lui, anche il riconoscimento delle attenuanti generiche. Laudani, co-difeso, sino a settimana scorsa, dagli avvocati Davide Steccanella e Francesca Cramis, ha sempre sostenuto la propria innocenza. In sede di Riesame si era presentato quale vittima dell’associazione a delinquere e non come un professionista al servizio della cosca. La linea difensiva si è rivelata efficace.

Non doversi procedere per Rispoli

Giuseppe Rispoli ha visto cadere l’accusa di violenza privata a suo carico era rimasta in piedi quella di lesioni che, però, in questo caso era procedibile solo a querela di parte. Querela mai presentata, di qui il non doversi procedere nei suoi confronti. La condanna più alta è a carico di Casoppero (il cui figlio un paio di giorni fa aveva pubblicato un post che ha fatto molto discutere), il solo accusato di associazione a delinquere di stampo mafioso. Il collegio, fatto assolutamente unico quanto meno sul fronte delle proporzioni numeriche, ha anche disposto la trasmissione degli atti alla Dda con l’accusa di falsa testimonianza per 9 testimoni su 12. Tra questi compare anche il nome di Alessandro Pozzi, consigliere comunale fernese in passato in quota Fratelli d’Italia.

Misiano va in carcere

Enzo Misiano prelevato questo pomeriggio dalla sua abitazione e portato in carcere. Misiano, già consigliere comunale a Ferno in quota Fratelli d’Italia e già condannato in primo grado a 8 anni e 8 mesi per associazione a delinquere di stampo mafioso, in seguito al primo filone dell’inchiesta Krimisa, era sottoposto alla misura di custodia cautelare degli arresti domiciliariari. L’ordinanza del gip di Milano è stata annullata: le condizioni di salute di don Misio non sono tali da essere incompatibili con il regime carcerario. E, scrivono i giudici, il quadro accusatorio è tale da rendere non del tutto adeguata la detenzione ai domiciliari.

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