Milano, caso camici: i Pm insistono sul rinvio a giudizio del governatore Fontana

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MILANO – Nel corso dell’udienza preliminare aperta oggi, venerdì 18 marzo, di fronte al gip Chiara Valori, i pm di Milano Paolo Filippini e Carlo Scalas hanno ribadito la richiesta di rinvio a giudizio per il governatore di Regione Lombardia Attilio Fontana e di altre 4 persone per la vicenda dell’affidamento da parte della Regione di una fornitura, poi trasformata in donazione, da circa mezzo milione di euro di 75 mila camici e altri dpi a Dama, la società di suo cognato Andrea Dini, anche lui tra gli imputati.

Leso il diritto dei cittadini

Nella vicenda dei camici, il reato ipotizzato nei confronti del governatore lombardo Attilio Fontana e degli altri 4 imputati “offende non il patrimonio pubblico” danneggiando le casse della Regione, bensi’ “l’interesse della pubblica amministrazione” e dei cittadini che in piena emergenza sanitaria avevano il diritto “ad ottenere una regolare fornitura di camici” tra i presidi necessari per far fronte all’epidemia di Covid.

Serve un processo

E’, in sintesi, un passaggio dell’intervento dei pm di Milano Paolo Filippini e Carlo Scalas i quali hanno ribadito al gup la richiesta di rinvio a giudizio nei confronti del presidente della Lombardia, di suo cognato Andrea Dini e di altre tre persone, tra cui il vicesegretario generale della Regione Pier Attilio Superti, accusate di frode in pubbliche forniture. Per i due pubblici ministeri, il caso deve essere sottoposto al vaglio del Tribunale.

Nessun danno alla pubblica amministrazione

“Precisando che stiamo parlando di persone per bene, i pm hanno dato una lettura molto accusatoria dei fatti. A loro avviso c’è stato un elemento fraudolento, ingannatorio, per il quale è necessario andare a giudizio. Noi ovviamente siamo di avviso contrario”. Cosi’ l’avvocato Jacopo Pensa, difensore di Attilio Fontana assieme al collega Federico Papa, ha commentato la discussione dei pm. “Questa è una vicenda – ha proseguito il legale – in cui il fatto è pacifico, ma è la sua lettura che conta” . Lettura che, ha aggiunto Papa, “è molto semplice. Per noi non c’è stato alcun danno alla pubblica amministrazione nè alcuna frode. Si è trattato di una donazione. Infatti non c’è alcun pagamento e nemmeno una parte offesa” Le difese parleranno il prossimo 29 aprile, mentre la decisione è attesa per il 13 maggio.

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