Permessi a Renato Vallanzasca: familiari delle vittime delusi e preoccupati

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Renato Vallanzasca

MILANO – Renato Vallanzasca, l’ex leader della banda della Comasina, protagonista di numerosi fatti di sangue a Milano tra gli anni ’70 e ’80, in carcere da 50 anni, potrà tornare ad usufruire di permessi premio per frequentare una comunità. I familiari delle vittime esprimono disappunto e preoccupazione per la decisione del Tribunale di Sorveglianza di Milano, che ha autorizzato (come aveva già fatto in passato) le uscite del 73 enne criminale. Per il collegio, come riportato dall’Ansa, «Vallanzasca non ha mai violato di recente alcuna prescrizione e bloccargli quei permessi è una sanzione eccessiva ed ingiustificata», anche «gravemente penalizzante per una persona che ha trascorso un lunghissimo periodo in carcere e che ha la necessità di strutturare un percorso di risocializzazione».

I familiari e la condanna da scontare

«Vorremmo conoscere quali percorsi sono stati fatti per autorizzare i permessi premio a Vallanzasca, dato che a noi non è mai arrivato niente di scritto, nessun pentimento, e i 50 anni di carcere che si sente citare come fossero tanti, sono solo colpa sua». Lo ha detto Daniele Ripani, nipote di Giovanni Ripani, vice brigadiere della Polizia di Stato ucciso in piazza Vetra a Milano nel 1976 da Renato Vallanzasca, da qualche giorno autorizzato nuovamente dal Tribunali di Sorveglianza di Milano a usufruire di permessi premio per recarsi in una comunità. Ripani ha spiegato che «non si tratta di accanimento, ma di Giustizia, ma a noi non è mai stato comunicato nulla né sono mai arrivate lettere di pentimento». Poi ha aggiunto: «Come molti criminali, ha scritto libri e firmato sceneggiature, ma non ha mai donato niente a nessun ente benefico, all’estero questo non sarebbe possibile». Infine ha aggiunto un aneddoto. «Qualche anno fa mi telefonarono per dirmi che in un comune vicino casa mia, lui e la compagna avrebbero fatto da testimoni di nozze ad un amico, chiamai il Sindaco che negò la sala comunale, mi sembró assurdo, chiediamo rispetto».

L’Associazione che riunisce i familiari delle Vittime del Dovere

Apprendiamo con stupore e preoccupazione che Renato Vallanzasca, protagonista della mala milanese degli anni ’70 e ’80, possa tornare «a fruire dei permessi premio» per frequentare, in alcuni giorni e per alcune ore, la comunità dove già andava in passato. Permessi che gli erano stati revocati a fine febbraio scorso. A scrivere è la presidente dell’associazione Vittime del Dovere, Emanuela Piantadosi. «Prendiamo atto della decisione del Tribunale e ci auguriamo che abbia valutato anche la posizione del detenuto nei confronti delle vittime del reato», se Vallanzasca «abbia provveduto al risarcimento delle vittime oppure se sia stato avviato un percorso di recupero» e «auspichiamo che si tenga conto anche delle ragioni delle vittime del reato». Infine Piantadosi ha aggiunto: «Sappiamo che la pena è volta alla rieducazione del condannato, tuttavia dovrebbero essere tenute in considerazione anche le ragioni delle vittime in fase di esecuzione della pena».

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